Modena, 23 giugno 2024 – Un aiuto economico rivolto ai giovani, per avvicinarli alla musica. Un bonus che, a fronte dell’acquisto di uno strumento musicale, avrebbe coperto le spese e quasi interamente attraverso rate mensili versate da una fantomatica associazione. Tantissimi giovani modenesi e non solo, band esordienti e appassionati hanno accolto con favore la proposta. Purtroppo, dopo gli acquisti, i consumatori hanno dovuto fare i conti con una amara verità: si trattava di una grande truffa non solo ai danni dei giovani acquirenti ma, soprattutto, di aziende e negozi di strumenti musicali che, per ogni acquisto, versavano all’associazione il sei per cento. Il caso è esploso in questi mesi ma risale alla scorsa estate e coinvolge una fantomatica associazione di consumatori con sede a Bologna, la ‘Risparmio Club’.
A spiegare il ‘meccanismo’ è Marzio Govoni (nella foto), alla guida di Federconsumatori Modena. "Abbiamo fatto un’assemblea due mesi fa e c’erano una ventina di persone, ma qualcuno arrivava anche da Bologna – spiega –. Parliamo di una vicenda che a livello nazionale coinvolge oltre cinquecento persone. E’ in concreto una truffa: questa associazione ha sede a Bologna, il loro sito è fermo da marzo, dove c’è anche l’annuncio: ’Avrete tutti i soldi’. I consumatori hanno ovviamente fatto denuncia. I truffatori si presentavano come beneficiari di contributi pubblici per favorire la diffusione della musica tra i giovani e proponevano un accordo alle aziende: quello di riconoscere all’associazione un sei per cento sulle vendite di strumenti musicali. A fronte delle stesse, l’associazione avrebbe poi riconosciuto agli acquirenti una percentuale di rimborso (in rate) che arrivava – fino a 25 anni – al 100 per cento dell’acquisto".
Tra le aziende cadute nella trappola e danneggiate, figura anche un noto punto vendita modenese. "La scorsa estate siamo stati contattati da alcune persone che erano venute a conoscenza del bonus, con tanto di volantino – racconta uno dei titolari –. Abbiamo individuato l’associazione di consumatori di Bologna, che avrebbe dovuto elargire i famigerati fondi: ci hanno rassicurato sul versamento delle rate agli acquirenti e ci siamo convenzionati. Su ogni vendita fatta dovevamo pagare il 6% dell’importo alla presunta associazione: abbiamo perso tanto. Dopo i primi due bonifici ci siamo accorti che non aggiornavano più il sito e non si capiva se c’erano o meno fondi.
A un certo punto abbiamo tolto l’informativa davanti alla porta ma le richieste dei clienti erano continue. Abbiamo provato a mettere gli acquirenti in allerta ma... niente. Quando è stata ora di pagare le rate – spiega – qualche fortunato ha ricevuto la prima scadenza con un mese di ritardo, ma tutti gli altri no. Stiamo valutando come tutelarci".