Sassuolo (Modena), 21 novembre 2021 - Era stanca di vivere nella paura, nell’aggressività ma soprattutto nella violenza perché, purtroppo, sin da ragazzina aveva conosciuto soltanto quella. Così si era ‘rifugiata’ nell’amore: aveva conosciuto un’altra persona dalla quale si sentiva capita, apprezzata e probabilmente amata. Ma lui, Nabil, sospettava qualcosa e sembra che, prima di mettere in atto la terribile strage, ne avesse trovato conferma. C’era un altro uomo nel cuore di Elisa Mulas: pare infatti che la 43enne da qualche tempo si frequentasse con un’altra persona e che – proprio grazie all’aiuto del nuovo amico – si fosse convinta a lasciare un mese fa Nabil Dhahri che, come confermano le amiche della vittima, da tanto tempo la sottoponeva a violenze e minacce tra le mura domestiche mostrandosi aggressivo anche verso i bambini.
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Una gelosia assassina, morbosa, malata: questo sarebbe stato il movente del massacro che ha cancellato in pochi minuti quattro vite, tra cui quelle di due bambini innocenti in quel piccolo appartamento di via Manin. Elisa, infatti, aveva confidato alle persone vicine come Nabil fosse ossessionato dall’idea che ci fosse un’altra persona e come, soprattutto nelle ultime due settimane prima della strage, il suo tono fosse divenuto sempre più minaccioso. Il 38enne non accettava di perderla, di vedere distrutto ciò che riteneva di sua proprietà, la sua famiglia, e piuttosto che fare un passo indietro e capire ciò che non poteva più essere accettato, la violenza, quella famiglia l’ha cancellata per sempre.
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Gli accertamenti della squadra mobile e degli agenti del commissariato di Sassuolo sono ovviamente ancora in corso, ma non si esclude appunto che il tunisino fosse riuscito a trovare conferma dei propri sospetti – ovvero di un’altra persona nella vita di Elisa – qualche giorno prima dell’agghiacciante strage, se non la mattina stessa quando – verso l’ora di pranzo – è entrato nell’appartamento cancellando il sorriso e il futuro dei suoi figli, della sua ex compagna e della suocera, probabilmente unica custode e ‘complice’ del segreto e della ritrovata felicità della figlia.
Ieri è stato dato incarico ai periti per effettuare le autopsie sulle salme delle due donne e sui corpicini di Ismaele e Sami, di due e cinque anni. L’uomo, quel giorno, avrebbe agito con estrema crudeltà e ferocia tanto da infierire sulle vittime con almeno dieci, dodici coltellate al petto e alle spalle. Con altrettanti fendenti avrebbe poi cancellato il sorriso dei suoi bambini, colpendoli mentre, probabilmente, li stringeva tra le braccia. Il corpo dell’uomo, infatti, è stato trovato in corridoio, sopra a quello dei due piccoli. La procura ha dato ora incarico ai periti per estrapolare quanto contenuto nei telefonini di Nabil e della vittima. Infatti, dopo aver ascoltato diversi testimoni tra amiche della giovane mamma, vicini di casa e conoscenti è emerso come nel cellulare Elisa custodisse prova delle minacce ricevute dall’ex compagno. Nabil, infatti, due giorni prima di accoltellarla a morte – secondo quanto raccontato da un’amica – le aveva gridato che l’avrebbe ammazzata se la vittima non gli avesse fatto vedere i bambini. Ma tra i filmati registrati ve ne sarebbero anche altri su cui sono ora in corso appunto accertamenti.
Nei giorni precedenti lo sterminio Elisa aveva confidato alle amiche di sentirsi finalmente libera e felice: di sentirsi un’altra persona da che se n’era andata di casa. A settembre, infatti, sui social postava video contro la violenza alle donne e confidava alle amiche di non poterne più di quel rapporto e di aver paura che lui, uscendo di casa, l’avrebbe comunque costretta a tornare. Probabilmente nel suo cuore sperava di aver trovato finalmente una persona che l’amasse quanto meritava. Purtroppo non è riuscita neppure ad assaporare quella felicità che da tanti anni rincorreva.