Miserendino
Ormai l’appuntamento con la violenza è settimanale: venerdì o sabato sera, in centro storico, nel frastuono della movida, c’è qualcuno che chiede aiuto. Si tratta per lo più di minorenni, aggrediti da altri ragazzini che vogliono soldi, il telefono, un indumento firmato. Nei casi peggiori, si tratta di regolamenti di conti, con spedizione punitiva di gruppo.
Succede a Modena, in pieno centro, da mesi. Ed è davvero una pugnalata al cuore della città, perché i protagonisti sono giovanissimi. Nella quasi totalità dei casi si tratta di minori stranieri non accompagnati, che – visti i numeri fuori controllo – è difficile tenere d’occhio e inserire in veri percorsi di integrazione.
L’ultimo episodio risale a sabato: intorno alle 22, nei pressi della stazione delle corriere alle porte del centro, un ragazzo di 17 anni è stato colpito con tre coltellate all’addome. Uno dei fendenti è andato in profondità e il giovane, una volta in ospedale, è stato sottoposto a due delicate operazioni. È ancora in pericolo di vita. Non è dato sapere cosa abbia scatenato il putiferio, se sia stato vittima di un tentativo di rapina o se l’aggressione sia venuta dopo una lite per altri motivi. Quel che è certo è che i protagonisti sono, anche questa volta, minori stranieri non accompagnati di origine tunisina: una costante degli ultimi gravi episodi. La squadra mobile avrebbe già fermato uno degli aggressori, ma starebbe ancora dando la caccia al giovane che avrebbe sferrato i colpi: le indagini continuano a ritmo serrato.
Gli agenti sono alle prese con questi ’ragazzi terribili’ da tempo. Sono arrivati, con un abile lavoro investigativo, a inviduare un gruppo di circa dieci persone che si sarebbe macchiato di diversi reati. E hanno localizzato anche il loro covo, un ex chiosco di bibite in disuso dove la ’baby gang’ aveva collocato la sua base logistica. L’edificio è stato demolito nel giro di pochi giorni. Le macerie, però, non cambiano la situazione: i giovani criminali continuano a seminare il panico e le loro scorribande preoccupano ragazzini e genitori. "È incredibile che in una città come Modena non si possa vivere tranquilli sapendo che i figli sono in giro in centro al venerdì o al sabato sera – si sfoga una mamma che ha visto il figlio tornare a casa ferito e sotto choc – Bisogna fare qualcosa".
Non a caso in città hanno preso piede alcune iniziative che mirano a dare ai ragazzi strumenti per difendersi. Un’istruttrice di Krav Maga, la nota tecnica di difesa personale israeliana, ha deciso di organizzare corsi non più solo per le donne, ma anche per i giovanissimi: "Sono rivolti alla fascia d’età 12-17 anni e forniscono strumenti per riconoscere il pericolo e prevenire le aggressioni. Ho raccolto le sollecitazioni di tanti genitori, preoccupatissimi".
Preoccupazione condivisa anche dagli amministratori locali, che sanno di avere ’in casa’ un problema doppio: di sicurezza e sociale, dal momento che stiamo parlando di minorenni in difficoltà, sostanzialmente abbandonati. "Io sono il papà – ha detto giorni fa il sindaco Gian Carlo Muzzarelli al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto a un convegno in città – di ben 250 minori non accompagnati. Noi siamo gli unici a fare corsi di formazione per cercare di accompagnare questi ragazzi nel mondo del lavoro, ma servono anche spazi dove accoglierli e creare integrazione. Mancano risorse, non ce la facciamo più". Di tutt’altro segno le parole del centrodestra, che proprio contro Muzzarelli e il suo Pd punta il dito: "È colpa delle vostre insensate politiche di accoglienza se siamo in questa situazione".
Al netto del dibattito politico, le forze sono tutte rivolte, come ha sottolineato il questore Silvia Burdese (che ha appena ceduto il testimone), "ad arginare la violenza tra i giovani. Stiamo operando col massimo rigore e utilizzando tutte le migliori professionalità". Oggi, però, la comunità si ritrova a pregare per la vita di un 17enne che rischia di finire spezzata.