Con 87 voti favorevoli, 43 contrari e 1 astenuto, il Senato ha dato ieri il via libera al nuovo Codice della Strada. Una notizia, che a tre giorni di distanza dalla Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, ha indignato tutte le principali associazioni che nei mesi scorsi sono scese più volte in piazza contro una riforma giudicata sbagliata e pericolosa, utilizzando lo slogan ‘Stop al codice della strage’. Anche a Modena, a marzo, Fiab e la rete di associazioni che promuovono la Città30 avevano organizzato un flash mob per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
"Questo provvedimento, approvato a pochi giorni da una ricorrenza così significativa – dichiara Davide Paltrinieri, portavoce di Modena30 – suona come un ‘doppio schiaffo’ a tutti coloro, in particolare i familiari delle vittime di incidenti stradali, che per mesi si sono battuti per chiedere la revisione di un codice pericoloso e assurdo, che tutela tutti tranne gli utenti più deboli della strada". Secondo le associazioni, infatti, la nuova normativa favorisce i veicoli a motore a scapito di pedoni e ciclisti. Come si legge nel comunicato della rete Modena30, infatti, questa norma "limita l’uso degli autovelox, vieta i controlli automatici sulla guida distratta al cellulare e prevede una sola multa per più infrazioni, incentivando così la violazione delle regole. Inoltre, rende più difficile la creazione e la protezione di aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni".
La sicurezza stradale rappresenta una sfida significativa per Modena. Negli ultimi vent’anni, gli incidenti hanno causato la morte di 1.500 persone nella provincia, e nel solo 2023, si sono verificati oltre 1.000 incidenti, con un bilancio di 13 vittime. Numeri che, secondo le associazioni locali, sono destinati a crescere. "Secondo i dati Istat – prosegue Paltrinieri – il 94% degli incidenti e il 98% dei morti sono causati da veicoli a motore, mentre il nuovo Codice della Strada ha deciso di introdurre restrizioni che penalizzano pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, ossia la maggior parte delle vittime degli incidenti che avvengono nelle aree urbane. Sotto questo aspetto, la situazione di Modena è disastrosa, e una norma del genere non farà altro che peggiorare una realtà già compromessa. A cosa serve inasprire le pene se non si fa prevenzione e se i controlli sono inesistenti? Dopo mesi di proteste in cui non siamo mai stati ascoltati, ci sentiamo semplicemente presi in giro".
Jacopo Gozzi