MARCO PEDERZOLI
Cronaca

Stop alla Schwa dal Ministero. Ma Castelfranco tira dritto sui social

Il sindaco Gargano dopo il divieto di Valditara "Decisione sorprendente, aiuta a gestire la diversità".

Il sindaco Giovanni Gargano

Il sindaco Giovanni Gargano

Nonostante le recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha vietato di utilizzare il segno grafico della schwa (la "e" rovesciata) e gli asterischi nelle comunicazioni ufficiali delle scuole, l’amministrazione comunale di Castelfranco tira dritto e conferma, tramite il sindaco, Giovanni Gargano, che continuerà a utilizzare la schwa sui propri canali social ufficiali.

Lo stesso primo cittadino Gargano spiega infatti al Carlino: "Dal 2021 abbiamo scelto di utilizzare la schwa nella comunicazione social del Comune come simbolo di inclusione. Non l’abbiamo mai adottata nei documenti ufficiali, ma solo nei contenuti social, che hanno un target ben definito. Trovo sorprendente, se mi è permesso, che chi è capo del mondo della scuola manifesti difficoltà su questo tema. Non voglio semplificare la questione dicendo soltanto che la scuola ha altri problemi. Anzi: mi viene spontaneo pensare che la scuola, per la sua importanza nella formazione, sia il luogo per eccellenza in cui si impara a stare insieme e a trattarsi con uguaglianza. È uno spazio dove si condividono esperienze e si costruisce una società più inclusiva. La scuola, insomma, è una "schwa" quotidiana, in un certo senso. Ora, nel 2025, mi chiedo: perché questa scelta fa ancora paura? Forse perché ci mette di fronte alla realtà e ci invita a prenderne coscienza? Non censuriamo l’uso della schwa solo per non voler comprendere il suo significato. Credo che, soprattutto nella scuola, sia fondamentale sviluppare un senso critico e fornire strumenti per gestire le diversità. Continueremo a utilizzare la schwa nella comunicazione social – ribadisce ancora Gargano – perché è uno strumento che aiuta a raggiungere target ben definiti, contribuendo alla normalizzazione dell’inclusione".

Tuttavia, "la gente ha bisogno di risposte concrete sui temi dell’uguaglianza e dell’inclusione, evitando che il dibattito si riduca a una mera questione di segni fonetici. Ancora: l’articolo 3 della Costituzione italiana, quello che mi piace di più, è il fondamento dell’uguaglianza. È dentro questo principio che si colloca il nostro impegno. Non si tratta solo di un segno inclusivo legato al genere, ma di un messaggio molto più ampio".

m.ped.