
Via al processo che vede alla sbarra l’ufficiale dell’Accademia . Tra i capi di imputazione anche abuso di potere, minacce ingiurie". I legali: "Il nostro assistito vuole difendersi a 360 gradi".
Secondo le testimonianze delle presunte vittime per anni l’ufficiale le aveva costrette a lavorare in un clima di vessazioni e di quasi sottomissione. E’ iniziato ieri mattina in tribunale a Modena il processo con giudizio immediato nei confronti del tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati, accusato di stalking nei confronti di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori.
Gli episodi contestati all’imputato sarebbero avvenuti all’interno del Centro ippico dell’Accademia militare, che Cati guidava. Donne e uomini paragonati a cavalli, minacciati quotidianamente e sottoposti a continue umiliazioni – secondo i denuncianti che ieri si sono presentati in aula. Non era presente, invece, l’imputato. Ieri, oltre alla costituzione di parte civile delle presunte vittime, nove e tutte rappresentate dall’avvocato Strampelli hanno chiesto di potersi costituire Unarma, dell’arma dei carabinieri, associazione doppia difesa e sindacato dei militari. Il giudice si è riservato nel merito e l’udienza è stata fissata per il prossimo 15 aprile. In quella data verrà sciolta la riserva sulla richiesta appunto di costituzione di parte civile da parte di sindacati e associazioni.
"Il processo dovrà chiarire quanto accaduto all’interno dell’Accademia di Modena – ha sottolineato il legale che rappresenta le parti offese, Massimiliano Strampelli – Non aver avuto il Ministero della difesa sul banco delle persone offese da reato credo abbia creato un senso di disagio tra i miei assistiti. Chi ha denunciato si è sentito in qualche modo messo da parte – ha affermato ancora all’uscita dall’aula. Spiace ai miei assistiti che l’Esercito Italiano non si sia costituito. I miei assistiti hanno denunciato un percorso di maltrattamenti pluriennali in Accademia con caratteristiche in alcuni casi sessiste, denigratorie, di mobbing. Un quadro di anni di vessazioni secondo l’ipotesi accusatoria della procura". Strampelli ha poi chiarito come vi siano state "ulteriori testimonianze relativamente ai presunti comportamenti vessatori".
"Tu non devi stare dalla loro parte, sono come i cavalli, vanno domati, devono lavorare sempre sotto stress per averne il controllo". Questa è una delle frasi che, secondo uno dei militari, il tenente colonnello Cati gli avrebbe detto mentre tentava di mediare durante una discussione con una sottoposta. "Mi chiamava ragazza immagine, specificando che questo fosse il mio più adatto impiego", aveva poi affermato in sede di denuncia una soldatessa. "Il nostro assistito confida nella giustizia – affermano quindi gli avvocati dell’imputato, Guido Sola e Francesca Romana Pellegrini – Siamo stati noi a chiedere il giudizio immediato perchè è interesse del nostro assistito poter portare le proprie teorie difensive quanto prima all’attenzione del giudice. Il nostro assistito ha intenzione di difendersi a 360 gradi – continuano i legali – attendiamo fiduciosi l’inizio del processo nonostante il fatto che i tempi della giustizia penale in Italia non siano proprio tempestivi".