Sos sicurezza stradale. Il flash mob di protesta:: "No alla nuova riforma"

Levata di scudi ieri in via Berengario: "Regole sempre più pericolose". Paltrinieri (Fiab): "Strage da fermare. Riduciamo il limite di velocità".

Sos sicurezza stradale. Il flash mob di protesta:: "No alla nuova riforma"

Sos sicurezza stradale. Il flash mob di protesta:: "No alla nuova riforma"

di Jacopo Gozzi

"Stop al nuovo codice della strage". È questo il titolo provocatorio del flash mob che si è tenuto ieri pomeriggio in via Berengario nei pressi della facoltà di Economia e ha visto i manifestanti difendere i pedoni che attraversavano le strisce pedonali facendo scudo con alcuni cartelloni. L’iniziativa modenese, promossa da Modena30, Ciclofficina Popolare, Fiab, Isde, Legambiente, Genitori ECOattivi e da tutte le associazioni che fanno parte della rete Aria, si aggiunge a una serie di manifestazioni nazionali che chiedono di fermare la revisione del Codice della Strada proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento, colpevole, a dire dei manifestanti, di promuovere "misure vetrina" incapaci di limitare effettivamente il numero dei morti sulla strada. "In Italia – denuncia Davide Paltrinieri, vicepresidente di Fiab Modena e referente di Modena30 – ogni dieci anni una città come Formigine scompare a causa degli incidenti stradali: si tratta di circa 30.000 persone. Sulle strade, le prime tre cause che portano al decesso sono eccesso di velocità, guida distratta e mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti: è lì che occorre intervenire nell’immediato". Secondo Paltrinieri, il nuovo codice della strada penalizza Ztl, aree pedonali, soste regolamentate, controlli elettronici e mobilità ciclistica, allontanando l’Italia dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030. "La questione velocità – prosegue il vicepresidente Fiab – viene completamente ignorata dal documento. Anzi, alcune misure di controllo, come la sistemazione di autovelox fissi e mobili, vengono ostacolate, così come gli accertamenti nelle aree Ztl. Ad esempio, se nell’arco di un’ora un automobilista prende tre multe per eccesso di velocità, ne sarà notificata soltanto una: si tratta di una misura da rivedere perché mette a rischio gli utenti più fragili della strada. Inoltre, ci si focalizza tanto sull’inasprimento delle pene per il tasso alcolemico, quando soltanto il 5% degli incidenti è causato da uno stato alterato della coscienza di chi guida: a livello politico, credo occorra evitare di cercare un facile consenso facendo riferimento a casi eclatanti, ma sia necessario tenere in considerazione i numeri effettivi dei morti. Se non si agisce sulla prevenzione, non cambierà mai nulla". I numeri parlano chiaro. Nel 2022 sono stati 3.159 i decessi dovuti a incidenti stradali, con un aumento del 9% rispetto al 2021, quando però l’Italia ha vissuto alcuni periodi sotto le restrizioni da Covid, ma leggermente in calo dal 2019; i feriti, invece, sono stati 223.475. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano e la strada resta la prima causa di morte per i giovani under 30.

Infine, la situazione italiana manifesta un’anomalia rispetto all’Europa: se in Gran Bretagna i morti sulla strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34 e in Spagna 36, in Italia siamo a 53. Dati che, secondo i manifestanti, suggeriscono la necessità di ricorrere anche a Modena alla Città30. "Crediamo fermamente – conclude Paltrinieri – che la formula da seguire per salvare più vite umane sia la Città30: ridurre la velocità delle automobili è l’unico mezzo per evitare i decessi. In vista della campagna elettorale, voglio ricordare, con particolare riferimento a Olbia, che Città30 non è una misura politica di destra o di sinistra ma, più semplicemente, le amministrazioni che la toccano con mano non tornano più indietro. Ci sarà un motivo?".