Modena, gosto 2024 – “Era dal 2021 che diverse collaboratrici, principalmente straniere e arrivate da poco in Italia, entravano nei nostri uffici presentandoci tutte le stesse criticità. Il copione, infatti, era sempre lo stesso: ci mostravano un contratto di collaborazione occasionale, ma poi le stesse lavoratrici ci raccontavano di come si ritrovassero, al contrario, a fare turni massacranti, ventiquattro ore su ventiquattro, senza sosta. Una situazione che ci aveva subito fatto storcere il naso e che abbiamo tempestivamente fatto presente all’Ispettorato del Lavoro”.
A riavvolgere il nastro è Georgia Dini (Nidil Cgil), che riporta l’attenzione sul blitz anti caporalato che ha portato all’arresto di tre persone: diversi i casi in tutta la regione, tra cui la nostra provincia. “La maggior parte di loro non parlava bene la lingua, ed erano convinte che quel contratto che stringevano fra le mani fosse regolare, quando in realtà non era assolutamente in linea con le attività che ogni giorno portavano avanti, continuamente, senza mai riposarsi – spiega –. Il più delle volte, nel corso di questi anni, le lavoratrici sono arrivate nel mio ufficio per chiedermi aiuto: quando ci si avvicinava alla fine del loro contratto, le ultime due o tre mensilità non venivano mai pagate. Il copione era sempre quello: stesso contratto, stesso lavoro, stesso tragico finale”.
Le badanti, infatti, “lavoravano tutti i giorni della settimana, ma non venivano mai pagate più di mille euro al mese. E così, una testimonianza dopo l’altra, ci siamo accorti di come questa situazione diventasse sempre più strana: per questo ci siamo rivolti all’ispettorato del lavoro, affinché venisse fatta luce su come agiva Cop Assistenza”. Anche per questo motivo, “quando siamo venute a sapere, tramite i giornali, di questa indagine – continua Dini – abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Ho raccolto diverse testimonianze, tutte dello stesso tipo, ed è stato realmente frustrante. Ora finalmente questo risultato ci rasserena e ci dà speranza. Non è solo una vittoria per il sindacato, ma è una vittoria soprattutto per le lavoratrici che hanno dovuto subire turni massacranti”. Questo, però, non sembra essere un caso isolato. E anche per questo la sindacalista consiglia di mantenere sempre accesi i riflettori sul tema, “per contrastare il più possibile un fenomeno diffuso, cioè quello del caporalato”.
“Per quanto riguarda questo specifico scenario, le badanti venivano adescate su annunci online. E con grande facilità: loro erano in cerca di lavoro, e chi se ne approfittava agiva tempestivamente. Quello che consiglio, anche se non è facile, è di valutare ogni singolo dettaglio prima di fidarsi di chi abbiamo dall’altra parte. Ma soprattutto bisogna chiedere aiuto e denunciare subito, senza aspettare, appena si nota che quello che ci viene richiesto non è in linea con quanto invece è stato scritto sul nostro contratto – continua Dini –. E’ vero, ci sono tante persone che non conoscono la lingua e che spesso finiscono nel mirino di chi se ne approfitta, ma ricordiamo che ci sono luoghi come quello del sindacato che si schierano in prima linea per dar loro una mano, leggere insieme i contratti e contrastare il più possibile questo fenomeno”.