REDAZIONE MODENA

Sos alloggi, obiettivi e priorità: "ll numero di immobili non basta. Ora servono risposte adeguate"

L’allarme: "Una carenza cronica. Sono quarant’anni che in città non si costruisce a sufficienza. E da decenni mancano politiche nazionali attive per fare fronte alle esigenze di lavoratori e famiglie".

L’allarme: "Una carenza cronica. Sono quarant’anni che in città non si costruisce a sufficienza. E da decenni mancano politiche nazionali attive per fare fronte alle esigenze di lavoratori e famiglie".

L’allarme: "Una carenza cronica. Sono quarant’anni che in città non si costruisce a sufficienza. E da decenni mancano politiche nazionali attive per fare fronte alle esigenze di lavoratori e famiglie".

Gli accordi territoriali per la casa sembrano aver dato, in questo ultimo anno, i loro primi frutti. Ma riguardo l’emergenza abitativa ci sono, ancora oggi, numerosi problemi da affrontare, un mattone dopo l’altro.

"È necessario impostare un ragionamento ampio sul tema dell’affitto partendo, secondo noi, dalla questione centrale: cioè la scarsità di alloggi, di case nuove o riqualificate, da acquistare o affittare a prezzi ragionevoli – hanno sottolineato ieri le associazioni del settore firmatarie degli accordi territoriali per la casa –. A Modena in particolare possiamo dire che sono quarant’anni che non si costruisce a sufficienza. Questo, oltre che portare troppe famiglie fuori Modena, ha impedito anche di preparare risposte adeguate al successo di politiche di espansione economica, turistica e universitaria che si sono concretizzate in questi ultimi dieci anni".

Un nodo che, di anno in anno, sembra essere sempre più difficile da sbrogliare. "Da decenni, poi, mancano politiche nazionali attive per la casa, a parte, appunto, i contratti a canone concordato introdotti nel 1998 e l’applicazione della cedolare secca al 10% del 2014 – proseguono –. Ci sono poi misure di fatto transitorie come il Fondo nazionale per l’affitto, sempre sottodimensionato quando non assente. Il Fondo regionale è un’iniziativa lodevole, ma del tutto insufficiente a rispondere alle esigenze di persone e famiglie. Le nostre organizzazioni hanno fatto uno sforzo importante per rendere lo strumento dei canoni concordati sempre più aggiornato e snello, ma in assenza di adeguate politiche nazionali e locali le soluzioni messe in campo rischiano di risultare sempre inadeguate".

Cruciale, inoltre, anche il tema riguardante gli affitti turistici, su cui ieri mattina è intervenuto Marcello Beccati (Sunia-Cgil): "Così si sottraggono appartamenti alle famiglie e, allo stesso tempo, si crea un danno economico a chi dell’accoglienza turistica ne fa un’attività lavorativa. Solo a Modena, nel corso degli anni, hanno chiuso diversi alberghi mentre parallelamente sono aumentati notevolmente i famosi Airbnb".

Non solo. Dove "c’è esclusione abitativa c’è anche esclusione lavorativa – ricorda poi Eugenia Cella (Sicet-Cisl) – perché se un lavoratore guadagna 1300 euro ma ne deve spendere novecente, è ovvio che al lavoratore non conviene. Un rischio, questo, che non vogliamo più correre".

g. d. c.