Solidarietà agli studenti uccisi in Bangladesh

A Modena la comunità bengalese si è riunita in piazza Matteotti per manifestare solidarietà ai connazionali in Bangladesh, colpiti dagli scontri con la polizia durante proteste sul lavoro. La tensione cresce per la mancanza di opportunità e il governo ha bloccato le comunicazioni, generando preoccupazione tra i residenti.

Solidarietà agli studenti uccisi in Bangladesh

Solidarietà agli studenti uccisi in Bangladesh

Si sono ritrovati ieri mattina in piazza Matteotti per manifestare in segno di solidarietà con i loro connazionali in patria.

Anche a Modena come in altre città d’Italia la comunità bengalese è scesa in piazza dopo gli scontri che in Bangladesh hanno visto almeno un centinaio di studenti uccisi dalla polizia durante delle manifestazioni sul tema del lavoro.

Il movimento nasce dalla tensione per la mancanza di prospettive e per un sistema di assunzioni nel settore pubblico che favorisce solo una piccola minoranza.

In provincia di Modena la comunità bengalese è numerosa: conta oltre 4000 persone, la gran parte giovani uomini impiegati in fabbriche, ristoranti, bar o gestori di piccoli negozi di alimentari.

Il governo bengalese negli ultimi giorni ha bloccato servizi telefonici e internet e anche la comunità bengalese di Modena non riesce a comunicare con i famigliari in patria. C’è dunque preoccupazione.

"Molti di noi sono laureati come i nostri connazionali uccisi in patria – ha spiegato Charag Uddin, presidente dell’associazione Sylhet (Bangladesh) di Modena – siamo venuti qui alla ricerca di un futuro migliore, proprio per le difficoltà che viviamo nel nostro Paese".

Emanuela Zanasi