Vincenzo Malara
Cronaca

Sogni di rock’n’roll per Bertoli

di

Cantastorie e voce della sua terra. Menestrello che a ‘muso duro’ (una delle sue canzoni più famose) è stato ‘un guerriero senza patria e senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto al futuro’. Diciassette anni fa ci lasciava Pierangelo Bertoli e ieri sera in un teatro Storchi gremito in ogni dove, la sua memoria è stata celebrata nella settima edizione del premio a lui dedicato. La carrellata di big e nuovi talenti è stata travolgente, un leit motiv di note ed emozioni che ha narrato ed esaltato il lascito di uno dei cantautori italiani più grandi, capace di spaziare dalla musica popolare al rock con testi densi di riferimenti sociali e politici.

Che sarebbe stata una serata speciale era nell’aria e non soltanto per il sold-out archiviato giorni fa, ma per la caratura degli ospiti, su tutti Luciano Ligabue, rocker ormai prossimo al traguardo dei trent’anni di carriera (il primo album è del 1990) e che proprio il cantante sassolese scoprì e indirizzò verso il successo. All’artista di Correggio, reduce dal platino del suo ultimo album ‘Start’ e il tour negli stadi, è andato il Premio Pierangelo Bertoli, oltre al Premio Emilia-Romagna consegnatogli dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Lo spettacolo,indetto dall’associazione culturale ‘Montecristo’ e condotto da Andrea Barbi, ha visto in apertura l’esibizione del figlio Alberto (direttore artistico dell’appuntamento insieme a Riccardo Benini) con il brano ‘Così. Protagonisti della notte allo Storchi – organizzata col sostegno di Bper Banca – sono stati cantanti del calibro di Raphael Gualazzi (per lui il riconoscimento ‘A muso duro’), Enrico Nigiotti (vincitore del premio ‘Per dirti t’amo’) e la Pfm, perfetto mix di sonorità moderne e canzoni rimaste nell’immaginario collettivo. In particolare, la Premiata Forneria Marconi ha ricevuto il Pierangelo Bertoli ‘Italia d’oro’.

Big a parte, la serata ha regalato l’esibizione (in due blocchi contraddistinti) di otto cantautori in erba con un loro inedito e una cover di Bertoli: si tratta di Mattia Bonetti, Chiaradia, Costa Volpara, Rossana De Pace, Roberta Guerra, Francesco Lettieri, Giuseppe Libè e Giulio Wilson. Ma come detto in apertura, l’ospite più atteso della settima edizione è stato Ligabue. Il rocker è arrivato allo Storchi alle 19 per un veloce soundcheck, per poi riapparire sul palco verso mezzanotte. Per il cantante è stata l’occasione per ricordare cosa lo ha legato indissolubilmente alla vita di Bertoli. Non è un mistero – Ligabue lo ha ricordato più di una volta in tante interviste – che l’autore di ‘Certe Notti’ provò a contattare Bertoli, insieme all’amico Claudio Maioli, cercando il suo numero sull’elenco telefonico: «Lo chiamammo per sentire se ci poteva aiutare e lui, con una disponibilità che ci sembrava impossibile, ci invitò a casa sua. Dopo alcuni mesi avrebbe registrato due mie canzoni in due suoi album e mi avrebbe fatto conoscere il suo manager che, sempre dopo poco, sarebbe diventato pure il mio: Angelo Carrara». Anche il figlio Alberto ha raccontato dell’incontro speciale tra suo padre e l’artista di Correggio in un’intervista rilasciata al Carlino: «Mio padre aveva immediatamente capito il suo talento. È stato lui ad incidere per primo due sue canzoni, ‘Sogni di rock ‘n’ roll’ e ‘Figlio di un cane’ e voleva andare con lui a Sanremo a cantare ‘Non è tempo per noi’. Poi ha dato un assegno di 40 milioni di lire al suo manager per pagargli il primo disco: alla fine non sono l’ha prodotto ma ha anche restituito la somma a mio padre». Il Liga ha poi regalato alla platea in estasi dello Storchi due brani, entrambi in duetto con Alberto Bertoli alla chitarra: il classico ‘Sogni di rock ‘n’ roll’ e poi ‘Le cose cambiano’, canzone scritta dallo stesso Ligabue per l’indimenticato (e indimenticabile) Pierangelo.