GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

"Si può scovare il Covid analizzando le lacrime"

L’Idea lanciata da Gilnat e Ophera che hanno depositato un brevetto per la "diagnosi non invasiva di patologie infettive"

di Gianpaolo Annese

Da una lacrima sul viso è possibile capire tante cose, anche arrivare a diagnosticare alcune delle malattie più impattanti, Covid compreso. A lanciare l’idea sono le società Gilnat e Ophera, due aziende che operano in ambito biomedicale, zootecnico e farmaceutico con sedi a Modena e Campogalliano, e che rivolgono un appello, per il co-sviluppo in partnership di un brevetto internazionale (depositato in Italia nel 2018) "per la diagnosi estemporanea, precoce e non invasiva" di patologie infettive e monitoraggio della condizione di salute. Ma in cosa consiste la proposta?

"Il concetto è mettere a punto un rilevatore in grado di segnalare in tempo reale la presenza di determinati marcatori sentinella che sospettiamo essere presenti in modo significativo nel fluido lacrimale di soggetti infettati da determinate patologie nelle fasi precoci, anche se asintomatici". La sfida in sostanza è riuscire a ricavare tracce di positività direttamente dal fluido lacrimale normalmente presente sulla superficie dell’occhio. Un semplice lavaggio oculare o lo striscio su una strip assorbente morbida potrebbero essere già sufficienti a raccogliere la lacrima.

"Ci stiamo confrontando con partner imprenditoriali – spiegano Luisa Pecorari di Ophera e Gianfranco Gilardelli di Gilnat – interessati a potenziare il brevetto su scala adeguata. Abbiamo investito tempo e risorse significative per arrivare a questo punto, adesso il progetto deve essere portato ad un livello superiore, in cordata". Il concetto potrebbe rivelarsi utile non solo per l’attuale emergenza Coronavirus, ma anche per mappare, nel futuro post-pandemia, lo stato di salute dei soggetti durante screening veloci e non invasivi soprattutto in ambienti a elevata presenza umana, come scuole, ospedali, aeroporti, luoghi di lavoro. "Abbiamo analizzato e argomentato scientificamente il concetto e le prove preliminari ci danno ragione. E’ chiaro però che per arrivare a concretizzare un prodotto occorre uno sviluppo industriale solido, con solide risorse".

Il vantaggio sarebbe, una volta realizzato il dispositivo, quello di poter effettuare diagnosi precoci in modo veloce, economico, indolore e senza i problemi di manipolazione del sangue, come per i test di gravidanza. "Non abbiamo ancora potuto esplorare le potenzialità dell’invenzione sul Covid, ma siamo ben disponibili a collaborare con chi potrà farlo". Il progetto si può sviluppare lungo due filoni: un’applicazione specifica per la diagnostica non invasiva di alcune patologie acute e un monitoraggio meno specifico ma più frequente sullo stato di salute generale o su condizioni croniche-subdole (per esempio patologie metaboliche o legate allo stress ossidativo). "Il sistema che abbiamo brevettato è stato testato preliminarmente sugli animali, in particolare in bovini affetti da mastite; le prove hanno confermato concretezza e razionale biologico. Per poter proseguire bisogna fare la validazione sull’uomo".