Sgomberato il maxi bivacco. Identificati 22 ’accampati’

La polizia locale di Modena ha sgomberato 22 persone senza dimora sotto un cavalcavia. Volontari criticano l'approccio e chiedono politiche sociali più efficaci.

Sgomberato il maxi bivacco. Identificati 22 ’accampati’

Accampamenti sotto il Cialdini

Sono arrivati presto, verso le otto di ieri mattina nell’area del parcheggio sotto il cavalcavia Cialdini, raggiungibile da via Razzaboni, con l’obiettivo di sgomberare e far ripulire la zona, gli agenti della polizia locale. L’operazione, condotta dagli operatori della Zona 2 coadiuvati da quelli del Quartiere 1, ha visto in azione, nella fase iniziale, tre pattuglie e un ufficiale. Hanno sorpreso e identificato 22 persone che dormivano, con le loro cose, tra le nicchie dei sostegni in cemento del cavalcavia: tutti adulti residenti a Modena, per lo più di nazionalità non italiana, già conosciuti dai Servizi sanitari che si occupano di tossicodipendenza, come dalla polizia locale; hanno tutti precedenti per reati di vario genere, soprattutto legati al consumo e spaccio di sostanze, oltre che per reati contro la persona e il patrimonio. Tra le 22 persone identificate, tutte con età compresa tra i 30 e i 60 anni, erano presenti anche sei donne.

A commentare la vicenda e allargare il discorso a una valutazione più generale sono Giulio e Stefano Rimini: "Ieri eravamo in uscita insieme a altri volontari e come altre volte uscendo per Modena abbiamo incontrato decine di persone senza dimora. Abbiamo incontrato chi ci chiedeva un sacco a pelo, chi da mangiare, chi niente, chi piangeva e chi sorrideva, un ragazzo che stamattina era a scuola. Questo nelle parole ‘ripulire la città’ passa inosservato. Ma partire dallo sgombero e dai materassi portati via equivale a fare le pulizie e mettere la polvere sotto il tappeto. A permetterci di andare al cinema alla sera tranquilli senza il disturbo di vedere un pezzo di Modena che, per quanto invisibile, ogni tanto appare, disturbando il nostro racconto di città accogliente. Ma non restituisce niente delle storie di chi incontriamo, del volto e delle storie di chi sotto il ponte dorme tra topi e solitudini con paure e speranza. Speranza di avere una casa o di essere ascoltati. Tante persone a Modena, dai servizi alle associazioni provano a dare risposta, ma se quando si parla di senzatetto non ci ricordiamo di chiedere i nomi e le storie allora Modena smetterà di essere la città che raccontiamo soddisfatti ai nostri figli".

Ecco, concludono, "Modena non vogliamo diventi l’Inghilterra vittoriana, dove la povertà è considerata una colpa o peggio un destino. E come non si è abolita brindando dal balcone di palazzo Chigi, nemmeno verrà cancellata da uno sgombero della polizia. Al contrario, servono politiche sociali efficaci, valutazioni sul loro impatto, conoscenza del territorio, rete tra servizi associazioni, enti locali, imprese. E se non basta la solidarietà, certo non se ne può fare a meno".