STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Settimana Santa inedita. Una sola Messa crismale per l’unificazione delle diocesi

La consacrazione degli oli santi domani avrà luogo per la prima volta soltanto a Carpi. E nel messaggio pasquale l’arcivescovo ricorda il dolore di tutte le madri del mondo.

I riti della Domenica delle Palme hanno aperto la Settimana Santa, che culminerà nel triduo pasquale e nella festa di domenica prossima, la Resurrezione di Cristo. È una settimana particolarmente intensa e profonda per la Chiesa e quest’anno, nel nostro territorio, porta una novità: la Messa crismale di domani pomeriggio, durante la quale vengono consacrati gli oli santi (il sacro crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi), riunirà nel Duomo di Carpi tutti i sacerdoti dell’arcidiocesi di Modena e della diocesi di Carpi, insieme all’arcivescovo monsignor Erio Castellucci che presiederà la celebrazione. Non ci sarà quindi una Messa crismale in Duomo a Modena, come negli anni scorsi. È un segno visibile del percorso di unificazione delle due diocesi che si sta completando e dovrebbe arrivare al traguardo entro la fine dell’anno: le Chiese di Modena e di Carpi sono ormai una, e insieme partecipano a questo importante momento di comunità. Si inizierà alle 17 con la preghiera dei Vespri seguita da una meditazione di don Erio, quindi alle 18 la Messa e alle 19.30 la celebrazione degli oli: per consentire la partecipazione dei sacerdoti e dei fedeli, tutte le Sante Messe vespertine di domani sono state sospese.

I riti della Settimana Santa proseguiranno poi con il triduo che l’arcivescovo presiederà nel Duomo di Modena: giovedì 17 alle 18 la Messa ‘in coena Domini’ con la lavanda dei piedi, venerdì 18, alla stessa ora, la liturgia della Passione e del Venerdì Santo, poi sabato 19 alle 21.30 la solenne veglia pasquale. Il giorno di Pasqua, don Erio celebrerà la prima Messa alla casa circondariale di Modena, poi alle 10.45 sarà in Duomo a Carpi e alle 18 in Duomo a Modena.

Nel frattempo è stato già pubblicato il messaggio pasquale dell’arcivescovo che prende spunto dalla famosa sequenza "Stabat Mater" attribuita a Jacopone da Todi, per riflettere sulla figura della Madre e di tutte le madri, sulla sofferenza che provano e sulla loro capacità di trovare "punti di luce" anche nel dolore. "Quanti milioni di madri, nell’arco della storia umana, restano in piedi sotto la croce dei loro figli! – scrive don Erio nel messaggio che pubblicheremo nei prossimi giorni –. Le madri dei bimbi morti per fame, sete o malattia: le madri degli adolescenti e dei giovani che si tolgono la vita o sono vittime di incidenti; le madri dei soldati di tutte le guerre che li vedono partire senza poterli abbracciare. E le madri che salutano i figli affidandoli al mare, senza sapere se saranno vittime di naufragio o giungeranno al sicuro". E ricorda l’episodio di un soldato russo che, catturato dagli ucraini, ha potuto parlare con sua madre attraverso una videochiamata: la donna ucraina che teneva il telefono "aveva lo sguardo della madre che vedeva in quel soldato non un nemico, ma un figlio". Anche nel più grande dolore, le madri incarnano la speranza e ne recano testimonianza: "È l’indomabile speranza cristiana, che non annulla il dolore, non cerca (inutilmente) di aggirarlo – ricorda l’arcivescovo –, ma lo abita mantenendo accesa una luce: la certezza che l’amore, alla fine, vince".