Futuro dell’azienda nello scenario regionale, finanziamenti pubblici e rappresentanza sindacale. Sono i tre aspetti su cui, su Seta, il sindacato Usb Lavoro privato trasporti chiede di fare chiarezza. In particolare sull’assetto della società che gestisce il trasporto pubblico a Modena, Piacenza e Reggio Emilia, l’Usb ricorda che "siamo dentro ad un processo che dovrebbe portare alla creazione di un’unica società regionale, operazione che prevede l’assorbimento da parte di Tper delle principali aziende emiliano-romagnole, ma con l’esclusione Tep di Parma". La preoccupazione "è legata al fatto che, essendo una holding, questa società unica potrebbe rivelarsi solo una operazione ‘finanziaria’ ma disarticolata nei territori. Se fosse così rimarrebbe una selva di aziende con diversa qualità del servizio e diversi trattamenti per i dipendenti".
A questo, spiega ancora l’organizzazione, "si aggiunge il problema di quale peso potrebbe avere la voce di una amministrazione comunale nei confronti di un gruppo aziendale come questo. Non ci meraviglia che a Modena si stia ragionando sull’alternativa di una società in house, cioè direttamente legata al territorio e all’amministrazione locale", sul modello finora adottato a Parma. In secondo luogo viene evidenziato il tema della gestione dei finanziamenti che arrivano dal ministero dei trasporti passando dalla Regione, per essere poi distribuiti dalle Agenzie per la mobilità (che sono otto in Emilia-Romagna) ai gestori del tpl. "Siamo di fronte a un trattamento diseguale che si traduce nel pagamento differente dei chilometri coperti con le linee per ogni azienda: dai quattro euro a chilometro per Tper a 2,52 euro a chilometro per Seta".