Senato, il riconteggio premia Corti

Migration

POTREBBE rivelarsi un ribaltone clamoroso. Il colpo di scena arriva dal riconteggio dei voti al collegio uninominale 5 di Modena, quello che alle politiche dell’anno passato permise a Edoardo Patriarca di diventare senatore del Pd, beffando per soli 46 voti il leghista Stefano Corti, che già poche ore dopo contestò il risultato chiedendo facendo un ricorso. C’è voluto un anno, ma finalmente la riconta c’è stata ed ecco la sorpresa: la sottocommissione che a Roma si è occupata del riesame delle schede nulle del collegio in questione, ha finito lo spoglio assegnando alcune decine di voti all’esponente del Carroccio che, a questo punto, potrebbe prendersi quel posto in Senato sfuggito per un soffio. Ora sarà la stessa sottocommissione a relazionare alla Giunta delle elezioni del Senato, la quale a sua volta avrà il compito di dare comunicazione ufficiale del risultato. Corti, stando alla riassegnazione delle schede dubbie, sarebbe ora in vantaggio di una cinquantina di voti sull’avversario. Patriarca, però, mette le mani avanti e a stretto giro annuncia, in accordo con il gruppo Pd a a Roma, la richiesta di riconteggio di tutte le schede del collegio. «La procedura presso la giunta delle elezioni del Senato è ancora in corso», ricorda il parlamentare modenese dem. Che riepiloga: «Ieri sera (lunedì per chi legge, ndr), la sottocommissione ha concluso il suo lavoro durato quasi un anno. Siamo ancora, anche se a parti ribaltate, nella stessa situazione in cui ci trovammo, un anno fa, con alcune decine di voti di scarto tra i due candidati».

«GIÀ UN ANNO FA - aggiunge Patriarca - dissi più volte che non solo era legittimo che Corti avesse fatto ricorso, ma che, nella stessa situazione, avrei fatto lo stesso. Altrettanto legittimo e ragionevole, quindi che io, giunti a questo punto, chieda il riconteggio di tutte le schede del collegio senatoriale di Modena, non solo quelle che potevano risultare dubbie. Comprendo che anche un senatore in più sarebbe appetibile per questa maggioranza, ma la mia elezione è stata validata dalla Corte d’appello di Bologna e, quindi, in mancanza di decisioni superiori contrarie, continuo nel mio lavoro».

CONTATTATO dal Carlino, Corti storce il naso sulla contromossa di Patriarca: «La sua richiesta è legittima, ma non di buon senso. Dopo 16 mesi di attesa sarebbe ora si sapesse chi è stato eletto e chi no. Inoltre, mi lascia un po’ perplesso che il senatore parli dei dati della sottocommissione che dovrebbero essere secretati fino alla prossima giunta». Tornando al ricorso, Corti ricorda che «le segnalazioni di possibili errori nelle votazioni erano arrivate già la domenica sera. Il mio nome appariva due volte in scheda, mentre il suo compariva solo in cima, questo ha indotto all’errore molti elettori di centrodestra, specialmente quelli più anziani».

vi.ma.