"Devi entrare nel mio ‘sistema’, devi fare quello che ti dico io o la tua carriera militare è finita. Ti trasferisco, ti faccio risultare non idoneo, ti abbasso le note caratteristiche".
E’ a seguito di queste e altre presunte minacce nei confronti dei propri inferiori che all’ufficiale Giampaolo Cati viene contestata anche l’aggravante del fatto commesso con abuso di potere inerente ad un pubblico servizio e ad abuso di autorità. L’ufficiale dell’Accademia di Modena avrebbe – secondo le accuse – offeso il loro prestigio, il loro onore e la loro dignità. Parliamo di soldati, caporal maggiori e sergenti dell’Esercito Italiano in ferma prefissata o in servizio permanente.
Parliamo di militari entrati quindi attraverso un concorso e, quindi, una selezione e, di conseguenza, non allievi dell’Accademia.
I militari sono infatti entrati prima in ferma prefissata per poi – nel caso di coloro che risultano in servizio permanente – partecipare a concorsi interni per il transito in servizio permanente, in quanto valutati idonei.
I militari erano tutti in servizio presso l’istituto con compiti logistici: gestiscono tutto quello che è il mondo del cavallo e sono preposti alla cura e alla tenuta del cavallo durante tutto l’arco della giornata. Non si tratta quindi di allievi ufficiali, ma di soldati.
Alcuni – ovvero due degli undici che hanno presentato denuncia – si sarebbero congedati a seguito delle minacce e vessazioni subite.
E’ bene precisare che il tenente colonnello Cati al momento non ha subito alcun provvedimento: la sua eventuale colpevolezza o responsabilità dovrà essere confermata o smentita nel corso del regolare processo. Ad intervenire sulla vicenda anche Antonio Loparco (nella foto), segretario provinciale generale Associazione sindacale Carabinieri Unarma.
"Siamo molto rammaricati per l’accaduto che, se risultasse veritiero, andrebbe perseguito con il pugno di ferro. Gli istruttori delle scuole, soprattutto la Scuola Ufficiali, dovrebbero essere il fiore all’occhiello del comparto Difesa: essi sono i primi contatti con i giovani, futuro della nostra Nazione".
"Una cosa del genere non può essere né tollerata né giustificata – continua Antonio Loparco – Siamo molto attenti a ciò che accade nelle scuole dell’Arma; abbiamo già denunciato più volte abusi che accadono nelle scuole dell’Arma nei confronti degli allievi, sia al Ministero della difesa che all’autorità giudiziaria ordinaria e militare, con la speranza che si provveda solertemente alla soluzione degli abusi".
v.r.