Modena, 13 gennaio 2022 - Scuola modenese in affanno in questa ripresa, dove a causa della pandemia pesano non solo le assenze degli studenti, ma anche di insegnanti, educatrici e professori. L’ultimo caso limite, che descrive al meglio la situazione del particolare momento della scuola italiana e modenese, riguarda una primaria dell’area carpigiana, dove per una supplenza è stato chiamato un giovane diciannovenne modenese alla sua prima esperienza di insegnamento in una scuola, iscritto al primo anno del corso di laurea in Lettere moderne all’università di Bologna.
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Privo di esperienza, ricadrà su di lui l’educazione e formazione scolastica di una pattuglia di bambini. A segnalare il fatto è il segretario del sindacato scuola Flc Cgil Modena Claudio Riso: "Sono numerosi i casi analoghi – afferma il sindacalista –. Già a fine settembre molte scuole primarie e dell’infanzia hanno iniziato a chiamare come supplenti giovanissimi studenti del secondo e terzo anno di Scienze della formazione primaria (tradotto: personale di buona volontà ma che non ha il titolo per insegnare)".
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Ma non accade solo per chi frequenta l’ex Magistero, che offre comunque alla fine del percorso universitario un titolo abilitante all’insegnamento. Accade anche che le chiamate riguardino giovani in possesso di semplici diplomi o di lauree poco attinenti alla materia di insegnamento, perché il discorso vale non solo per primarie e medie inferiori, ma anche per gli istituti superiori. Come è possibile? "Queste persone mandano le Mad, cioè le ’Messe a disposizione’, – spiega Riso – per cui uno (ma deve essere di una provincia differente da dove magari è inserito in una qualsiasi graduatoria) invia a un certo numero di scuole la propria disponibilità e le scuole, messe alle strette, non trovando persone cui attingere attraverso le graduatorie chiamano da ’Mad’. In qualche caso capita che si trovino persone che hanno il titolo di studio richiesto e, quindi, la formazione necessaria, ma se hanno mandato la ’Mad’ da Lecce o Reggio Calabria non vengono qui a coprire un incarico di una settimana o 15 giorni. E allora si va a chiamare un laureato in Psicologia, che non è abilitante per insegnare, o una studentessa di Scienze della formazione primaria, o un semplice diplomato".
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"Il paradosso della ’Mad’ – commenta Riso – è che non è regolamentata, ma non è vietata". Tutto in regola anche se inevitabilmente a pagare le conseguenze di questo stato di cose e di un rientro per tanti affrettato, sono bambini e studenti. "Il personale assente – attacca Riso – non si riesce a sostituire: per le scuole secondarie ci sono valanghe di graduatorie con classi di concorso esaurite e quindi non ci sono supplenti. Per le scuole dell’infanzia e la primaria è ancora peggio". Le carenze non riguardano solo l’organico, poiché in questi mesi non si è risolto il problema del distanziamento e del sovraffollamento delle classi, le scuole non sono state dotate delle mascherine Ffp2, i trasporti non sono stati potenziati. "Il rischio caos nella scuola – conclude Riso – è possibile e nel caos vince il più forte, quel lo che ha più mezzi e più risorse, anche e soprattutto materiali. Da questa consapevolezza credo che occorra partire tutti, per contrastare l’impoverimento della scuola pubblica e l’aumento delle disuguaglianze".