
Modena, 16 gennaio 2025 – “Aspettiamo in silenzio, stringendoci attorno ai nostri genitori anziani e molto provati da tutta questa situazione. Da sempre abbiamo capito che qualcosa di brutto era accaduto quel giorno: conosco molto bene mio fratello e mai si sarebbe allontanato volontariamente. Il nostro silenzio è un atto dovuto anche nei confronti degli inquirenti che stanno facendo il loro lavoro, fiduciosi che presto avremo le risposte alle domande che ci siamo posti in questi lunghissimi 18 mesi e soprattutto con la speranza di ritrovare i suoi resti per potergli dare una degna sepoltura”.

Sono queste le parole di Floriana Legari, sorella di Salvatore, scomparso in circostanze misteriose il 13 luglio del 2023. Questa mattina in carcere si svolgerà l’interrogatorio di garanzia nei confronti di Alex Oliva, il 38enne sassolese accusato di omicidio volontario, occultamento di cadavere e ricettazione a seguito della scomparsa di Legari.
In carcere, infatti, accusato dell’omicidio dell’imprenditore è finito proprio colui per il quale Legari stava lavorando nella sua proprietà di Lesignana e che avrebbe dovuto ricevere un compenso di 16mila euro. Oliva era indagato inizialmente per il sequestro di Legari e all’alba di martedì è stato ammanettato su delega della procura dai Carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo e dalla sezione operativa, che hanno dato esecuzione alla ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip.
Le accuse della procura sono piombate su Oliva, che commissionò lavori di ristrutturazione ad un’impresa edile, la quale si servì poi di Legari per la manodopera a seguito di diversi indizi raccolti in sede di indagini. In primis il fatto che il furgone di Legari, rinvenuto successivamente a Sassuolo, sarebbe stato condotto proprio dall’indagato per ‘simulare’ lo spostamento della vittima. Questo unitamente agli accertamenti tecnici svolti in questo anno e mezzo di indagine, ovvero campioni biologici trovati sul furgone del 54enne e raccolti su sigarette elettroniche, su una maglietta, una matita oltre alle immagini dell’impianto di videosorveglianza.
Numerosissimo il numero di testimoni escussi anche più volte, a sostegno di un compendio probatorio che ha visto in questo anno e mezzo numerose versione dei fatti susseguirsi e contraddirsi. Oggi forse l’indagato fornirà la propria versione dei fatti davanti al Gip Pini Bentivoglio. Come noto Legari si era recato quella mattina di luglio nel cantiere di Lesignana ma, al termine dell’attività, il 38enne non aveva più dato notizie di sé, non rispondendo al telefono che, il giorno dopo, aveva cessato di funzionare. Anche il figlio, residente nel reggiano, dove Legari aveva vissuto per un periodo aveva cercato inutilmente di contattarlo e, come lui, la compagna dell’imprenditore. A distanza di un anno e mezzo, la svolta.