Sulla scomparsa di Alessandro Venturelli (nella foto insieme alla nonna) ora si indaga per sequestro di persona. Dopo il passaggio del fascicolo alla squadra mobile arriva adesso un’altra svolta fortemente caldeggiata dalla famiglia del 21enne scomparso dalla sua abitazione il 5 dicembre scorso e dal legale, l’avvocato Barbara Iannuccelli. Tecnicamente dunque è cambiato il titolo del fascicolo aperto in procura a Modena: non più allontanamento volontario, senza una particolare ipotesi di reato, ma viene introdotta la pista del sequestro di persona. "Siamo molto contenti – esprime soddisfazione l’avvocato Iannuccelli – la novità consentirà agli inquirenti di fare passi in avanti nelle indagini e utilizzare tutti gli strumenti previsti dal codice per monitorare tutte le possibilità. A questo punto non viene tralasciata nessuna ipotesi, senza naturalmente cadere nell’innamoramento di una tesi in particolare". Nel senso che chiunque si imbatta in qualcosa che possa identificare Alessandro deve segnalarlo, senza preclusioni: "Faccio un esempio: se la signora che va a comprare il pane in Romagna nota qualcosa, non deve lasciarla cadere perché magari si è detto che Alessandro è in Svizzera in una psico-setta e quindi non può essere in Romagna. Ogni elemento può tornare utile e deve essere portato all’attenzione delle forze dell’ordine".
Ieri l’avvocato Iannuccelli ha consegnato un dossier in questura a Modena nel quale ha ricostruito la vicenda. "A nostro modo di vedere devono essere inclusi nell’indagine anche le condizioni di salute del 21enne dovute a un forte stress vissuto dopo l’incidente in moto nel 2016 e vagliata la testimonianza del medico che l’ha incontrato prima della scomparsa e che gli avrebbe prescritto uno psicofarmaco". Inoltre occorrerebbe "acquisire la perizia sullo smartphone di Alessandro per verificare i contatti che aveva negli ultimi mesi". Papà Roberto e mamma Roberta Carassai non hanno mai nascosto le inquietudini del figlio, quella frase ‘mi sento manipolato’, i libri che leggeva sul potenziamento del cervello, i corsi di leadership a Milano che voleva frequentare. Fino al momento della scomparsa quando è sembrato che Alessandro avesse un appuntamento con qualcuno.
I genitori sono profondamente convinti che non di semplice allontanamento volontario si tratti, ma di altro. Gli indizi a questo proposito riguardano la foto che ritrae il 21enne assieme all’altro giovane scomparso di Piacenza nella stazione di Milano e alcuni messaggi giunti sulla posta elettronica della famiglia: per esempio la mail ricevuta dal padre del ragazzo di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi proveniente da Sessa (Canton Ticino, Svizzera) da una sedicente ‘Fondazione nuove era’ con toni da fine del mondo. Gianpaolo Annese