Sassuolo, il mercato più difficile. Tante partenze e poche certezze

Il via stasera alle 18, quando per il Sassuolo comincia, a voler essere iperbolici, il mercato più difficile degli ultimi...

Sassuolo, il mercato più difficile. Tante partenze e poche certezze

Sassuolo, il mercato più difficile. Tante partenze e poche certezze

Il via stasera alle 18, quando per il Sassuolo comincia, a voler essere iperbolici, il mercato più difficile degli ultimi vent’anni. A voler essere un po’ meno esagerati, si può aggiungere che si tratterà invece del mercato più difficile degli ultimi 10 anni, ma la sostanza non cambia. Perché se all’alba della stagione 2004/2005 il Sassuolo di C2, acquistato qualche mese prima dalla Mapei, faceva piazza pulita della rosa che si era salvata dalla retrocessione in D ai playout faceva piazza pulita e dava all’allora giovane e sconosciuto Nereo Bonato ampio mandato di fare piazza pulita ricostruendo da zero ritrovandosi poi a giocare, a primavera, il primo playoff della sua storia, nel gennaio 2014 il primo Sassuolo di serie A, ultimo in classifica, rivoluzionava la rosa con una ventina di movimenti tra entrate e uscite e centrava la salvezza. In un caso e nell’altro, a dispetto delle categorie l’imperativo fu ‘ricostruire’ e ‘resettare’, ovvero i due capisaldi da cui muove il mercato che comincia oggi. Il punto in comune, oggi come allora, è il pochissimo da salvare di quanto c’è, costruendoci sopra il Sassuolo che verrà. Per questo non esagera a definire le settimane che aspettano il neo DS Francesco Palmieri complicatissime: non succedeva da tempo, ma questa volta si riparte da zero, o quasi.

La retrocessione ha fatto della Sassuolo neroverde una ‘Cartagine’ su cui un risultato a suo modo inatteso rende la ricostruzione oltremodo difficoltosa: qualcuno ha già salutato – Castillejo, Cragno, Henrique, Kumbulla, Pedersen, Viti – altri saluteranno – da Pinamonti a Laurientè, da Erlic a Doig, fino a Tressoldi – e altri ancora vanno in scadenza – Defrel e Ferrari, ad esempio, ma anche Pegolo – e dai prestiti rientra un gruppo tanto eterogeneo quanto indecifrabile nei suoi valori. Lopez e Alvarez, Pieragnolo e D’Andrea, Moro e Paz, Miranda e Ghion, Romagna, Russo, Ciervo, Antiste e Satalino andranno valutati e giudicati, come del resto i vari Mulattieri, Lipani, Boloca, Missori e Volpato, il tutto al netto della questione-Berardi, che pesa e peserà.

Da cosa riparte, allora, il mercato dei neroverdi? Dal poco che resta della stagione scorsa e dal moltissimo che andrà ricostruito. Per la prima volta, dopo 20 anni – o 10, come detto prima – senza una base sulla quale ‘innestare’ quel che serve. Vabbè che il Sassuolo dispone di risorse che altri, in B, si sognano (i 25 milioni di paracadute, quelli della cessione di Henrique e quelli che verranno dalle altre ‘uscite’) ma resta vero che mai, da quando è cominciata l’era Mapei, i neroverdi si sono affacciati sul mercato con tante incognite. E mai, a 10 giorni dal raduno, il ‘nuovo’ gruppo che partirà per il ritiro agli ordini di un ‘nuovo’ tecnico, è stato così indecifrabile. Una sfida nella sfida, per la dirigenza.

Stefano Fogliani