
di Stefano Luppi
Sant’Agostino, stavolta si parte davvero dopo quattordici anni di colpi di scena e ritardi. Entro venerdì - hanno spiegato ieri il presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli e il direttore generale dell’ente, Luigi Benedetti - partirà il cantiere all’ex ospedale su via Emilia, l’amplissimo immobile settecentesco di proprietà dell’ente di origine bancaria la cui riqualificazione venne annunciata già nel 2007 dall’allora vicepremier Francesco Rutelli.
Ora si parte davvero con la prima tranche dei lavori del principale cantiere cittadino, con un valore pari a circa 23 milioni di euro, visto che Fondazione di Modena ha, finalmente, scelto l’impresa che riqualificherà 11mila metri quadrati su piazza Sant’Agostino e sul lato di viale Berengario. "Questo primo appalto – spiega il presidente Cavicchioli – è stato assegnato dal CdA di Fondazione, alla associazione temporanea di impresa guidata da D’Adiutorio Appalti e Costruzioni di Montorio al Vomano (Teramo) insieme alla modenese Candini Arte e a Gianni Benvenuto Spa e Kairos restauri. L’offerta è ribassata dell’11% rispetto alla base di gara, un appalto al quale abbiamo dato massima evidenza pubblica.
La conclusione di questa prima fase è fissata per il 2024 dopodiché gli spazi verranno consegnati a Fondazione Modena Arti Visive e a Unimore per i musei anatomici che completeranno il Teatro già aperto e i musei delle strumentazioni scientifiche. Siamo molto soddisfatti di essere giunti a questo traguardo per cui ringrazio gli enti pubblici coinvolti, la Soprintendenza, le funzionarie insieme all’ex responsabile Ambrosini e i tecnici comunali per il lavoro svolto". Nei prossimi 34 mesi, dunque, i lavori rimetteranno in sesto questo antichissimo ospedale voluto dal duca Francesco III d’Este esattamente di fronte all’ex Albergo dei poveri oggi sede culturale con il Palazzo dei Musei e l’ex ospedale Estense sul retro. L’impresa vincitrice D’Adiutorio Appalti e Costruzioni, peraltro, da oltre un anno sta anche restaurando proprio quest’ultimo stabile attraverso un appalto, questa volta del Comune, pari a 17 milioni di euro (fondi governativi). La concomitanza, spiega il presidente Cavicchioli, è del tutto casuale: "Non è né bene né male che l’impresa sia la stessa, seppur in associazione con altre anche se è chiaro che si tratta di due edifici del medesimo periodo e della medesima tecnica costruttiva. Ciò può dunque essere un valore aggiunto, ma il particolare che stessero già operando a Modena non è entrato nelle nostre valutazioni che hanno condotto alla scelta finale".
La Fondazione, essendo un ente privato, avrebbe secondo la legge potuto effettuare direttamente la scelta della impresa: "Abbiamo invece optato per la piena trasparenza chiedendo anche garanzie bancarie e andando oltre il codice degli appalti. La nostra commissione tecnica ha fatto le valutazioni, ma poi ha deciso il Cda e abbiamo anche superato un controllo Anac". La commissione, prima segreta e ieri svelata, era composta da Giuseppe Fuda (presidente), Andrea Carcereri, Valentina Grasso, Massimo Grandi e Giuseppe Iadarola.
Il direttore Benedetti ha spiegato che "abbiamo chiesto numerose garanzie anche di tipo bancario e abbiamo istituito un comitato tecnico per anticipare eventuali contenziosi. C’è anche un premio di accelerazione per ogni giorno di chiusura in anticipo del cantiere, fino al 5% del valore dell’appalto. Di questa cifra il 20% andrà alla maestranze". All’annuncio dell’importante traguardo non era presente il sindaco Gian Carlo Muzzarelli: "Con Comune e Unimore - conclude Cavicchioli - stiamo organizzando una data di visita perché vogliamo sia un cantiere aperto. Abbiamo anche pensato di non esporre l’ente pubblico in questa parte amministrativa, che spetta a noi".