Per Marco Sansovini si è trattato di un ritorno, forse inaspettato, ma lì dove aveva lasciato un pezzetto del suo cuore. Il nuovo allenatore dell’Under 17 ha preso il posto di Michele Troiano, promosso nello staff di Mandelli nel ruolo di vice, e Andrea Catellani e Davide Caliaro (responsabile del settore giovanile) hanno individuato in lui il successore ideale. Al termine della stagione 2019/2020 appende gli scarpini al chiodo, l’anno precedente i tifosi canarini lo ricordano nell’anno della D per le sue 5 reti in 30 presenze: "Ricordo un grandissimo calore, per noi vivere quella categoria in quell’ambiente fu particolare - ha raccontato a ‘Futuro Gialloblù’ - era serie D ma sia durante la settimana di allenamenti che durante le partite, nulla aveva a che fare con il campionato di serie D. Sembrava di essere in serie B o addirittura in A, per noi fu gratificante. Ce l’abbiamo messa tutta, a prescindere da come sia finita nello spareggio. Abbiamo rimediato coi playoff dei quali ho ricordi bellissimi, semifinale e finale furono ben giocate, con la Reggiana dominammo. Alla fine il pubblico ci ha applaudito, siamo riusciti a riconciliare il rapporto".
Sansovini, una volta lasciato il campo, si è dedicato ai giovani. nel 2020 diventa allenatore della formazione Under 16 del Pescara, qualche mese più tardi diventa collaboratore del tecnico Grassadonia in prima squadra e nel 2022 veste i panni di allenatore dell’Ortona, club di Eccellenza. Nel 2023 eccolo alla guida della Primavera del Pinero e ora al Modena: "Una sorpresa inaspettata per me, ho lavorato con il direttore Catellani a Ferrara - ha continuato - ho accettato senza esitazioni, torno molto volentieri in un luogo eccezionale per fare calcio ad un certo livello. Ho percepito sensazioni positive, tante persone le conoscevo e questo mi ha aiutato nell’inserimento. Poi ci sono le strutture, la qualità di chi lavora intorno al settore giovanile e ciò mi trasmette entusiasmo. I dirigente sono stati accoglienti e disponibili in tutto. Dai ragazzi ho avuto risposte buone durante già la prima settimana di allenamenti, sono predisposti al lavoro e al sacrificio, molto educati e qualitativamente pronti. Per me è un piacere, anche lo staff lavora molto bene. Voglio provare a trasmettere il mio vissuto ai ragazzi, non solo tecnicamente o tatticamente ma anche psicologicamente. Sappiamo tutti sia una età difficile da gestire ma fa parte del mio mestiere, spero di farlo al meglio. Purtroppo sono passati diversi anni da quando giocavo io nel settore giovanile, mi rivedo in loro in situazioni emotive e cerco di entrare nella loro testa per capire le loro emozioni e supportarli".
Alessandro Troncone