A seguito dell’attacco hacker ai sistemi informatici che ha colpito l’Ausl e gli sopedali di Modena e Sassuolo sale la preoccupazione dei dipendenti delle Aziende sanitarie. Ad innalzare la tensione, inoltre, la notizia secondo cui il gruppo criminale, a seguito del rifiuto di pagare un riscatto, ha iniziato a diffondere sul dark web alcuni dei dati oggetto dell’incursione alle reti informatiche. "Non ci sono certezze sul fatto che anche i dati personali dei dipendenti siano stati o rischino di essere diffusi ed resi accessibili a chiunque, i lavoratori hanno bisogno di essere informati e ad oggi nessuna risposta a questa necessità è arrivata dagli enti coinvolti. Raccogliamo e riportiamo oggi una estrema preoccupazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità", afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil sanità, "le numerose segnalazioni che ci stanno investendo evidenziano quanto questo rischio stia costituendo un elemento di forte criticità. Abbiamo richiesto un tavolo di confronto urgente per avere maggiori informazioni rispetto al volume e alla qualità dei dati oggetto dell’attacco".
Sono stati carpiti da parte del hacker e pubblicati sul dark web mille gigabyte di dati corrispondenti – secondo gli esperti – ad un milione di informazioni cosiddette "sensibili" poiché coperte dalla segretezza: ci sono cartelle sanitarie dei pazienti, nomi di medici, nomi di persone ricoverate, ecc. E’ come se per tanti fossero stati esposti altrettanti volantini con scritto "Wanted", poiché la profilazione di queste informazioni contribuisce a fare di noi delle prede di chi vuole venderci qualcosa o peggio. Di questa violazione e delle conseguenze ne parliamo con un esperto di normativa sulla privacy, l’avvocato Vittorio Colomba, responsabile Protezione Dati Unimore e del Comune di Modena. Avvocato quali sono le implicazioni sul piano della protezione dei dati personali?
"Gli attacchi cyber hanno, di norma, due obiettivi: minare la funzionalità dei sistemi attaccati e recare pregiudizio ai dati personali che tali sistemi custodiscono. A fare le spese di queste esecrabili attività, in sostanza, sono solitamente i fruitori dei servizi danneggiati e, più in generale, i loro dati personali. Ad alcuni problemi si può porre rimedio in un lasso temporale ragionevole: è questione di tempo, ma i servizi dell’Ausl riprenderanno la loro piena funzionalità a breve. In relazione ad altri danni, invece, potremo misurarne la portata solo con il tempo, e probabilmente non ce ne accorgeremo mai del tutto. I dati sanitari resi pubblici, difatti, potranno essere utilizzati anche in futuro, e forse non sapremo da chi, né per quali scopi".
I dati sanitari rientrano tra le categorie particolari di dati personali (ex dati sensibili) in merito ai quali la normativa impone una più rigida tutela. Significa che possono esserci risvolti giudiziari?
"I dati sanitari appartengono alla categoria di informazioni che gode di maggior tutela nel nostro ordinamento, proprio per le potenziali discriminazioni che possono derivare da un loro uso scorretto. Possiedono un valore, e non è solo quello etico e morale che il loro "proprietario" gli riconosce, ma quello, certamente più venale, che gli viene attribuito dagli operatori di un mercato sotterraneo, perfettamente consci di come ricavare un profitto illecito. In questi casi, i risvolti giudiziari sono una conseguenza inevitabile e abbracciano, potenzialmente, diverse aree del diritto, Sicuramente quello penale, perché queste iniziative integrano la commissione di gravi fattispecie di reato, ma anche l’ambito del diritto civile, poiché individuata la fonte del danno, chi l’avesse patito dovrebbe potere avanzare le proprie richieste risarcitorie".
Chi si vede violata la propria privacy cosa può fare?
"Non molto. I cittadini sono sostanzialmente inermi rispetto a queste attività criminali che non possono fare altro che subire". Qualche suggerimento però si può offrire?
" Ognuno di noi dovrebbe accertare il proprio eventuale coinvolgimento nell’incidente informatico occorso nei giorni scorsi: oramai, i dati sono stati resi pubblici, e non è impossibile verificare se tra quei milioni di files che sono stati diffusi ce n’è anche qualcuno che ci riguarda direttamente. Accertata la natura delle informazioni coinvolte, ogni individuo potrebbe stimare il rischio derivante dalla loro diffusione e ragionare sulle possibili contromisure da adottare. Fermo restando che, ormai da giorni, questa è una attività che l’Azienda sanitaria colpita sta già cercando di svolgere, profondendo ogni energia disponibile, a tutela di tutti gli utenti interessati".