JACOPO GOZZI
Cronaca

Sanità pubblica, mobilitazione Cgil: "Case di comunità quasi vuote. Nei Cau personale insufficiente"

La manifestazione sindacale di sabato a Roma è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione locale "Gli stanziamenti del governo non bastano, crisi senza precedenti: sul territorio condizioni disastrose" .

Sanità pubblica, mobilitazione Cgil: "Case di comunità quasi vuote. Nei Cau personale insufficiente"

La manifestazione sindacale di sabato a Roma è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione locale "Gli stanziamenti del governo non bastano, crisi senza precedenti: sul territorio condizioni disastrose" .

La manifestazione nazionale ’Salario, salute, diritti, occupazione’, indetta da Fp Cgil, Uil Fpl e Uil Pa, si è tenuta sabato mattina a Roma e ha visto la partecipazione di una delegazione modenese composta da oltre 300 lavoratori. La mobilitazione è stata promossa per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, un salario dignitoso, lo sblocco dei fondi per il salario accessorio, un piano straordinario di assunzioni, maggiori risorse per la sanità pubblica, lo stop alle privatizzazioni, la stabilizzazione dei precari e migliori condizioni di lavoro, come spiega Alessandro De Nicola, responsabile sanità e welfare della segreteria Cgil Modena.

Quali sono le ragioni della mobilitazione?

"Nasce dalla crisi complessiva che il settore pubblico sta vivendo e dal fatto che le risorse messe a disposizione dal governo per il rinnovo dei contratti di infermieri, oss e personale amministrativo sono del tutto insufficienti. Se è vero che il Governo ha previsto un aumento medio delle retribuzioni del 5%, dobbiamo sottolineare che con l’attuale inflazione, i lavoratori lasciano comunque sul campo il 10-12% in potere d’acquisto".

Quali sono, a vostro avviso, le principali difficoltà delle aziende sanitarie?

"È una crisi senza precedenti. Le loro necessità spaziano dall’acquisto di farmaci al funzionamento degli ospedali, senza dimenticare la medicina territoriale e i medici di famiglia. Nonostante il ministero dell’Economia affermi che nel 2025 ci saranno complessivamente 2,37 miliardi di euro in più per la sanità, i fondi per le aziende sanitarie sono rimasti stagnanti rispetto a cinque anni fa, mentre i costi sono aumentati vertiginosamente. Ciò si traduce in tagli al personale e difficoltà nel rinnovare macchinari essenziali".

Venendo alla sanità modenese, quali sono le criticità?

"Seguo da vicino quanto accade nell’Ausl di Modena, e ho assistito a una sequenza preoccupante di errori tecnici e incapacità organizzative, in particolare nella compilazione delle graduatorie sui differenziali economici. Questo errore, per il quale si sta cercando di rimediare, ha vanificato mesi di lavoro dei sindacati, lasciando i lavoratori disorientati e frustrati. È evidente che nell’azienda ci sia un problema di competenza o, quanto meno, di superficialità: inaccettabile".

Ci può fare qualche esempio di altri disservizi?

"La sanità territoriale versa in una situazione disastrosa. La Casa della Comunità di Mirandola, ad esempio, è aperta solo un giorno a settimana, mentre quella di Soliera è quasi vuota, con solo gli ambulatori dei medici di famiglia e priva di servizi essenziali come i prelievi o l’ambulatorio diabetologico. Il Cau di Modena, che avrebbe dovuto alleviare il lavoro del pronto soccorso, è stato aperto senza personale sufficiente, e ogni giorno si chiede agli infermieri dell’assistenza domiciliare di coprire i turni. Gli annunci sono sempre altisonanti, ma spesso non corrispondono a realizzazioni concrete. La situazione è critica: la direzione aziendale sembra fragile e siamo di fronte a un apparato tecnico-dirigenziale inadeguato, incapace di portare a termine progetti chiave. Una inefficienza continua a penalizzare sia i lavoratori, sia i cittadini".