VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Salvatore Legari scomparso: il mistero del furgone sparito e il video della zona sotto esame

Gli inquirenti hanno acquisito le immagini della zona dov’era parcheggiato il mezzo. Oltre al sequestro di persona, spunta un secondo possibile reato a carico di ignoti: estorsione

L'argine del fiume Secchia e, nella foto piccola, Salvatore Legari

Modena, 22 dicembre 2023 – Parcheggiato davanti ad un passo carrabile. Forse chi ha lasciato lì il mezzo voleva farlo ritrovare proprio in quel punto, non lontano dall’argine del fiume Secchia nel tentativo di depistare le indagini. Parliamo del furgone bianco dell’imprenditore Salvatore Legari, il 54enne scomparso lo scorso 13 luglio in circostanze misteriose.

Il mezzo è stato trovato una settimana dopo, il 22 luglio grazie ad un verbale appoggiato sul cofano. Ora gli inquirenti hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona, nella speranza di trovare un elemento utile alle indagini.

Come noto, per la scomparsa del 54enne è stato iscritto sul registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di sequestro di persona un 37enne di Sassuolo: colui che quel giorno avrebbe dovuto consegnare parecchio denaro all’imprenditore per i lavori che Legari aveva effettuato nella sua proprietà di Lesignana.

Ma c’è una seconda ipotesi di reato nel fascicolo della procura: estorsione ai danni di Legari commessa però da ignoti. Un secondo ipotetico indagato che deve ancora essere identificato ma che potrebbe essere immischiato nella scomparsa dell’imprenditore.

Nei giorni scorsi sono ripartite le ricerche degli inquirenti, con pompieri, protezione civile e squadra cinofile sia a Sassuolo, nei pressi dell’argine che a Lesignana, nel perimetro della villa dell’indagato dove Legari si era recato il giorno della scomparsa. Secondo gli inquirenti l’ultima conversazione intrattenuta dall’imprenditore quel giorno risale alle 15.48: quando Legari si trovava presso il cantiere citato e si stava presumibilmente accingendo ad incontrare l’indagato, proprietario del terreno che sostiene di aver consegnato all’imprenditore 16mila euro in contanti. In base alle indagini sin qui svolte, però, sarebbero stati riscontrate contraddizioni e descrizioni imprecise circa le presenze sul cantiere quel pomeriggio sia da parte dell’indagato che dei familiari di quest’ultimo. Inoltre le dichiarazioni rese dall’indagato in merito all’impianto di videosorveglianza installato presso il cantiere e al suo funzionamento sarebbero risultate imprecise e smentite dalle dichiarazioni del tecnico che si occupò di installare il sistema di videosorveglianza e l’hard disk, così come degli elettricisti.

In sostanza dalle indagini sarebbe emerso come l’indagato avesse indotto uno degli elettricisti a fornire dichiarazioni non vere circa la sostituzione dell’hard disk, che sarebbe stato presumibilmente sostituito dopo la scomparsa di Legari. Quelle riprese, con tutta probabilità avrebbero quindi potuto fornire informazioni fondamentali – secondo gli inquirenti – sulla scomparsa dell’uomo. Per questo motivo la procura aveva disposto il sequestro dei supporti informatici in possesso all’indagato. Le indagini sono ovviamente in corso