GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Salvate il soldato Bosi. Pressioni sul gruppo Pd per eleggerlo presidente. Ma lui sogna la giunta

Telefonate da Bologna e da Roma per rappresentare l’area Schlein. Se non è possibile l’esecutivo l’alternativa è guidare il Consiglio. È stallo: non si esclude addirittura l’intervento della segretaria nazionale.

Salvate il soldato Bosi. Pressioni sul gruppo Pd per eleggerlo presidente. Ma lui sogna la giunta

Salvate il soldato Bosi. Pressioni sul gruppo Pd per eleggerlo presidente. Ma lui sogna la giunta

Modena, 28 giugno 2024 – Un posto in giunta o alla presidenza del Consiglio. ’Salvate il soldato Andrea Bosi’ sembra essere la parola d’ordine che corre nel partito da Modena a Bologna, da Bologna a Roma. Lo stato maggiore regionale e nazionale viene descritto assai preoccupato per la mancanza di una rappresentanza dell’area Schlein nei principali incarichi amministrativi che si stanno componendo. E starebbe esercitando una pressione massiccia sui neoconsiglieri attraverso telefonate personali. Soprattutto i consiglieri neofiti, frastornati da questo inizio thrilling, non sanno bene come muoversi. Se la situazione non si sblocca non è escluso un intervento diretto della segretaria nazionale Elly Schlein. Che sarebbe percepito però come una forzatura estrema, dalle conseguenza imprevedibili per il partito a Modena.

La presentazione della giunta data per imminente da qualche giorno potrebbe essere stata prorogata per due ragioni contrastanti: da un lato c’è chi sostiene che se non si risolve prima la partita sulla presidenza del Consiglio non si può procedere al varo dell’esecutivo. Altri sono convinti al contrario che non ufficializzare la giunta è un modo per mettere sulla graticola quella parte di Pd che non si rassegna a indicare Bosi alla presidenza. Se Bosi non entra, insomma, anche la giunta è da rivedere.

Il punto è che a quanto pare neanche Bosi ambirebbe più di tanto alla presidenza del Consiglio: il suo primo obiettivo resta l’ingresso nell’esecutivo. Non ha del tutto perso le speranze, sebbene questo vorrebbe dire (escludendo il sacrificio di qualche alleato) un passo indietro di Federica Venturelli, la meno blindata di tutte nel Pd dagli accordi precedenti, o una clamorosa rinuncia di Camporota, al momento più che improbabile. E allora siamo al paradosso di un gruppo chiamato a puntare seppure controvoglia su Bosi, il quale a sua volta ricoprirebbe l’incarico tutt’altro che trasportato dall’entusiasmo. "Certo – si riflette nel partito – a un certo punto gli faranno capire che non ci sono altre strade, che la giunta è chiusa: allora si adeguerà". E chissà se l’intendenza seguirà, se il gruppo – di cui fanno parte anche Antonio Carpentieri, Grazia Baracchi, Fabio Poggi. ognuno di loro interessato a ricoprire il ruolo di presidente – chinerà il capo.

Quello che assolutamente si vuole evitare nel Pd è la conta tra i candidati: indebolirebbe il partito. L’unica è trovare una soluzione di sintesi convergendo seppure tra mille mal di pancia su Bosi. Altre opzioni – puntare su Poggi o su Carpentieri – segnerebbero una frattura tra il gruppo e i vertici fuori Modena. "Se c’era il problema dell’area Schlein – sbottano a livelli alti – sarebbe stato meglio porlo il 10 giugno, non adesso...". E c’è chi si diverte pure: ma perché il presidente del Consiglio lo deve fare per forza il Pd? "I veterani non mancano, è stato eletto Paolo Ballestrazzi...".