
Romeo e Giulietta L’occasione dell’amore
Quella fra Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti è – per tutti noi – la storia di un amore combattuto e tragico. Ma potremmo leggerla anche come un dramma sull’occasione dell’amore, "di quello che sarebbe stato consolante anche indefinito, o soltanto accennato, lasciato immaginare", spiega Roberto Latini, attore e regista premio Ubu, che da stasera presenta in prima assoluta al Nuovo Teatro delle Passioni il dittico ’Giulietta e Romeo - Stai leggero nel salto". Dal testo classico di William Shakespeare ha creato due spettacoli indipendenti che dialogano a distanza: da oggi al domenica 5 novembre lo stesso Latini interpreterà il capitolo ’Giulietta’, poi da martedì 7 a domenica 12 novembre Federica Carra reciterà ’Romeo’. Tutto con le musiche di Gianluca Misiti, il disegno luci di Max Mugnai e i video del Collettivo Treppenwitz.
Latini, come ha concepito il suo progetto?
"Mi sono concentrato sulle cinque scene della tragedia di Shakespeare in cui i due amanti sono uno di fronte all’altro e si parlano: il loro incontro, il balcone, il matrimonio, la famosa alba dell’allodola o dell’usignolo, e la scena nella cripta. E su questo materiale ho costruito i due spettacoli che sono come variazioni sullo stesso tema, due capitoli separati ma in dialogo fra loro".
Lei farà ’Giulietta’, Federica Carra ’Romeo’...
"Ma non c’è alcun riferimento al genere maschile o femminile. Io non sarò nel ruolo di Giulietta, né Federica in quello di Romeo: non ho bisogno di mettere in scena i personaggi, le loro parole non hanno genere. Semplicemente accompagniamo i dialoghi di Shakespeare a uno sguardo sul contemporaneo, anche grazie ai video".
Perché, secondo lei, Romeo e Giulietta incarnano il dramma dell’occasione dell’amore?
"In loro ho sempre visto una nostalgia del futuro mancato, la sensazione che si prova quando qualcosa che sembrava possibile poi non si realizza. E forse, in questo momento della mia e della nostra vita, vedo in loro anche la malinconia di quello che siamo stati: mi piace pensare che Giulietta e Romeo possano essere un bel pensiero rispetto alla giovinezza (anche la nostra) che Shakespeare è riuscito a cristallizzare in quella relazione". Allora, quella storia potrebbe avere magari un lieto fine?
"No, la storia di Romeo e Giulietta è talmente nota che la fine è inesorabile, inevitabile. Noi possiamo piuttosto avere un pensiero di bellezza per contrastare la malinconia di una mancanza, aver ragione del tempo e del destino. Guardando alla nostra giovinezza, a volte ci chiediamo ‘Li rivorremmo indietro quegli anni?’ Beh, sì, ma forse anche no".
’Stai leggero nel salto’ è la frase che compare nel titolo. Ma cos’è questo salto?
"È la capacità di essere aperti al nuovo, di essere pronti ad accettare la novità e, appunto, a fare un salto. Anche un testo classico come questo può fare un salto nel contemporaneo ed essere sempre attuale proprio perché si reincarna costantemente. Ma per fare questo salto occorre avere disponibilità e predisposizione, portarsi dietro meno pesi possibili, insomma avere quella leggerezza d’animo che è parola preziosa. Senza leggerezza non si può saltare".