di Giorgia De Cupertinis
"È stato un anno e mezzo complicato, bisogna ammetterlo. Un lungo lasso di tempo dove noi amministratori di condominio ci siamo confrontati con i residenti per insegnare loro come funziona la raccolta differenziata e cosa fare per conferire i rifiuti correttamente – riavvolge il nastro Gabriele Indomiti, presidente provinciale di Abiconf-Confcommercio – e ora si ricomincerà daccapo, con nuove linee direttive: non sarà facile, ma speriamo di superare tutte le eventuali criticità".
La "rivoluzione" dei rifiuti, come anticipa la parola, porta con sé conseguenti modifiche e cambiamenti. E proprio per traghettare queste informazioni ai condomini, gli amministratori dovranno rivestire (ancora una volta) un ruolo rilevante in questo passaggio di informazioni. "Non tutti gli edifici hanno accolto di buon grado la raccolta porta a porta inizialmente. Molti residenti, dagli anziani ai disabili e in modo particolare chi ha problemi a deambulare, hanno infatti riscontrato diverse difficoltà nel portare fisicamente e puntualmente i sacchi dei rifiuti fuori casa. Così come le criticità non sono mancate nei condomini densamente popolati o per coloro che sono costretti a tenere i sacchi in casa per tanto tempo in piccoli spazi – continua Indomiti –. E non è stato semplice nemmeno individuare le zone dove lasciare i sacchetti senza intralciare il passaggio. Una volta superate queste criticità, però, la maggior parte dei residenti ha preso confidenza col sistema e le cose ora sono sicuramente migliorate".
Un’altra fase, però, bussa alla porta: l’obiettivo del Comune, infatti, è quello di dire basta ai sacchetti a terra. E per raggiungere il traguardo, da piazza Grande, si cominciano a delineare nuove soluzioni, che guardano sì ai cassonetti intelligenti, ma anche all’ipotesi di bidoni carrellati all’interno dei condomini (i quali fanno già serpeggiare qualche malumore).
"Servirà una fortissima collaborazione e capacità di gestione per riuscire nell’intento, senza ostacolare i rapporti tra vicini di casa. In alcuni condomini i bidoni carrellati sono già presenti e il sistema andrà solo implementato, ma in molti altri no, e non in tutti c’è lo spazio necessario in cui posizionarli – spiega –. Tra gli inquilini infatti si stanno già riscontrando le prime idee differenti: c’è chi preferirebbe il carrellato in posti più nascosti, come nelle cantine o nei sottoscala, mentre altri sono in disaccordo e preferirebbero localizzarli in zone sempre private ma più arieggiate. Poi, non ultimo, bisogna pensare che in alcuni palazzi densamente popolati i carrellati faranno in fretta a riempirsi e servirà qualcuno che si prenda la briga di portarli fuori dall’area privata per il ritiro dei sacchi. Chi lo farà, per di più gratuitamente? Sia con il sole, che con la pioggia e la neve? – si chiede il presidente Abiconfcommercio –. Il rischio è che non si trovi in tutti gli edifici una quadra per gestire questo cambiamento al meglio, perché ormai molti residenti sono abituati ad ’autogestirsi’ con i sacchetti. Servirebbero quindi degli operatori e figure ad hoc anche per questo incarico, retribuiti, che possano prelevare i carrellati e poi riposizionarli all’interno del condominio. Perché se da una parte c’è chi da questa svolta ne potrà beneficiare, dall’altra, se il sistema non sarà messo a punto come si deve, ci sarà anche chi ne rimarrà soltanto danneggiato".
"Certo è – conclude – che la rivoluzione porterebbe diversi vantaggi: ad esempio, per le attività commerciali al piano terra, si risolverebbero finalmente le situazioni di disagio arrecate dai luoghi di conferimento stabiliti anche vicino ai loro accessi".