PAOLO TOMASSONE
Cronaca

Rivoluzione mobilità "Hub intermodale al posto del vecchio scalo merci"

Presentati in Consiglio dall’assessore Filippi gli studi sul Tpl del futuro: revisione del trasporto e soluzioni tecnologiche per la Modena-Sassuolo "Avviare un’ampia riflessione per rendere più competitiva la viabilità".

Rivoluzione mobilità  "Hub intermodale   al posto del vecchio  scalo merci"

Rivoluzione mobilità "Hub intermodale al posto del vecchio scalo merci"

di Paolo Tomassone

Chiamarla autostazione è riduttivo, anche se effettivamente qui dalla mattina alla sera transiteranno decine e decine di bus per il servizio urbano ed extraurbano. Quello che si vuole andare a realizzare accanto alla stazione ferroviaria di Modena, nello spazio attualmente occupato dallo scalo merci, è un Hub intermodale per la maggior parte pedonalizzato, dove al centro saranno i pendolari che potranno posteggiare le proprie biciclette, aspettare l’arrivo dei bus sulle panchine e negli spazi verdi o dirigersi verso i binari dei treni.

Lo hanno spiegato i tecnici che ieri sera in consiglio comunale hanno presentato gli studi di fattibilità voluti dall’amministrazione comunale per il riassetto completo del Trasporto pubblico locale. Che sarà oggetto di una vera e propria rivoluzione (molto attesa, per la verità).

"L’Hub intermodale nell’ex scalo merci diventerà il baricentro degli spostamenti urbani ed extraurbani delle persone sia su ferro sia su gomma – ha detto l’assessora all’Ambiente e alla mobilità sostenibile, Alessandra Filippi –. Prevediamo la revisione delle linee di trasporto urbano con un sistema preferenziato e veloce che sia realmente competitivo con l’auto privata".

Il sistema individuato è quello di un tram-treno, una soluzione presa in esame già ai tempi della giunta Barbolini e sempre accantonata per gli inghippi burocratici ma ancor più per le normative nazionali che impediscono di far viaggiare sugli stessi binari un tram e, pochi minuti dopo, un treno, cosa che invece avviene all’estero, in Germania e in Francia in particolare.

I tecnici a cui l’Agenzia per la mobilità ha commissionato i nuovi studi, avrebbero trovato una nuova soluzione che consentirebbe di non modificare l’infrastruttura ferroviaria già esistente nel tratto che collega la città di Modena con Sassuolo, aumentare il numero di fermate e ridurre l’impatto dei passaggi a livello che saranno regolarizzati con semafori.

Come ha sottolineato l’assessora Filippi nella presentazione, nel Pums, il Piano urbano per la mobilità sostenibile, approvato a luglio 2020, si afferma che "per essere appetibile, il trasporto pubblico locale dovrà basarsi su una nuova gerarchizzazione dei servizi, composta da una rete primaria costituita dagli assi ferroviari esistenti, integrata con i servizi extraurbani su gomma sulle principali vie d’accesso alla città, mentre a livello urbano si prevede un sistema basato su tre o più linee portanti ad alta frequenza, che adottano la tecnologia Brt, Bus rapid transit, completamente elettrica, per connettere velocemente i principali poli attrattori cittadini. Il servizio si completa con ulteriori linee di adduzione per la copertura territoriale".

Non è possibile ad oggi immaginare di far arrivare il tram-treno in stazione ferroviaria - hanno detto ieri in consiglio i tennisti - neanche realizzando una nuova fermata tranviaria a porta Nord perché il binario della Modena Sassuolo che porta ai binari alti attualmente è utilizzato da servizi regionali Tper e servizi dell’alta velocità. Unica opzione possibile è proseguire in campo urbano su via Divisione Acqui sganciandosi dalla linea esistente col vantaggio che pur essendo un tram anche questo può viaggiare a batteria, riducendo il costo di investimento per la tratta urbana, circa 3 chilometri tra andata e ritorno.

La visione, ha specificato Filippi "è quella di area vasta che sarà alla base di un confronto con i cittadini, con le realtà rappresentative, con i territori della Provincia e con la Regione e che potrà essere fondamentale nel momento in cui si rendessero disponibili nuove risorse ministeriali per investimenti sul trasporto rapido di massa oltre a costituire la base di gara per l’affidamento del servizio del Tpl che dovrà essere bandita entro il 2026".