
Convegno organizzato da Modena Life ieri pomeriggio in Accademia Miliare. Uno degli interventi del fondo riguarda proprio il direzionale Manfredini.
La rigenerazione urbana di molte zone della città ma anche della provincia modenese non è solo un’opzione, ma una necessità. In un contesto in cui le nuove costruzioni sono sempre più rare e il patrimonio edilizio esistente è spesso obsoleto o abbandonato, il recupero degli spazi dismessi rappresenta una delle poche strade percorribili per lo sviluppo urbano. Dal territorio cittadino fino a quello montano. Ma restituire alla collettività aree degradate significa anche migliorare la qualità della vita, creare nuovi servizi e favorire la sostenibilità. È quanto emerso ieri nel corso del convegno ’Rigenerazione urbana. Sostenibilità, comunità, futuro e bellezza’, che si è tenuto nel Salone d’Onore di Palazzo Ducale dell’Accademia Militare, dove docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni, del mondo del credito e della finanza, si sono confrontati in diverse sessioni di lavoro per affermare che Modena è un centro di opportunità e che ha bisogno degli strumenti giusti per poter cogliere la sfida dell’evoluzione urbanistica. L’evento è stato organizzato da Modena Life, primo fondo di investimento immobiliare chiuso dedicato alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana. Una nuova filosofia di intervento, quindi, che porta benefici diretti non solo agli investitori ma a tutta la comunità. "Non essendo più possibile – ha detto Michelangelo Marinelli, presidente di Modena Life – continuare ad occupare altro spazio, la soluzione è dare spazio al futuro tramite un salto culturale. La rigenerazione urbana e la riqualificazione di intere porzioni di città rappresentano una necessità e non una scelta e per essere realizzate servono azioni di sistema e mezzi e strumenti adeguati a questa impresa titanica". Il primo intervento di rigenerazione urbana di Modena Life riguarda il ’Direzionale Manfredini’, colosso di cemento di oltre 40mila metri quadrati, già sede del Banco San Geminiano e San Prospero ma in stato di abbandono da quasi trent’anni. Nel corso del convegno si è diffusamente parlato di questo intervento e di altri che sono, per ora, in fase di studio, dal Direzionale 70 al Villaggio Artigiano Ovest, sino all’edilizia rurale e a diversi altri interventi per il rilancio dei servizi in Appennino. Il progetto di recupero del Direzionale Manfredini, ora nella fase di strip out , dopo l’acquisizione da parte di Modena Life, persegue obiettivi tanto di natura economica quanto sociali e ambientali.
Andrea Ghiaroni