MARCO PEDERZOLI
Cronaca

Ricomprano la casa messa all’asta, denunciati

Castelfranco, i due proprietari l’avrebbero fatta riacquistare da un prestanome per continuare ad abitarci. Indaga la Finanza

Castelfranco, i due proprietari l’avrebbero fatta riacquistare da un prestanome per continuare ad abitarci. Indaga la Finanza

Castelfranco, i due proprietari l’avrebbero fatta riacquistare da un prestanome per continuare ad abitarci. Indaga la Finanza

Volevano riottenere la casa in cui avevano sempre dimorato e che era finita all’asta giudiziaria nel 2022. Così, i due comproprietari si sono serviti di un prestanome per riottenerla, ma lo stratagemma è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Modena. Così, ora, l’abitazione è stata sequestrata e quattro persone risultano indagate, a vario titolo, nell’ambito di tale operazione.

Questo, in estrema sintesi, quanto avvenuto nei giorni scorsi a Castelfranco Emilia. Nello specifico, gli investigatori della Guardia di Finanza di Modena, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo su un immobile situato a Castelfranco Emilia.

L’operazione, avvenuta il 21 febbraio scorso, è parte di un’indagine su un presunto reato di "turbata libertà degli incanti" – questa la definizione tecnica da Codice penale - che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone.

Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai militari del gruppo di Modena, si sono concentrate su una procedura esecutiva immobiliare del 2022. Secondo quanto emerso, due comproprietari dell’immobile, intenzionati a riacquisire la proprietà della casa in cui risiedevano, avrebbero utilizzato un prestanome per ottenere l’aggiudicazione all’asta, dopo un primo tentativo fallito.

Dalle verifiche effettuate dagli investigatori è risultato che il vincitore dell’asta aveva un legame di affinità con uno dei comproprietari.

Attraverso indagini mirate, i finanzieri hanno accertato che i 153.000 euro versati per l’acquisto della casa provenivano proprio dal comproprietario. Alla luce di questi elementi, il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto che la disponibilità dell’immobile potesse favorire il protrarsi o l’aggravarsi delle conseguenze del reato, disponendo così il sequestro preventivo dell’abitazione.

La Procura della Repubblica ha ribadito che le indagini sono ancora in corso e che gli indagati devono essere considerati presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Marco Pederzoli