REDAZIONE MODENA

Riapre la chiesa ferita dal sisma: "San Domenico come Notre Dame. Ritroviamo un luogo di preghiera"

Ieri mattina l’inaugurazione con le autorità, i fedeli, don Domenico Soliman e don Domenico Aquino "Ora è più solida, più bella e più accogliente. Ognuno di noi, rientrando qui, rivive grandi emozioni".

Ieri mattina l’inaugurazione con le autorità, i fedeli, don Domenico Soliman e don Domenico Aquino "Ora è più solida, più bella e più accogliente. Ognuno di noi, rientrando qui, rivive grandi emozioni".

Ieri mattina l’inaugurazione con le autorità, i fedeli, don Domenico Soliman e don Domenico Aquino "Ora è più solida, più bella e più accogliente. Ognuno di noi, rientrando qui, rivive grandi emozioni".

Ieri mattina l’imponente chiesa di San Domenico, a due passi dal Palazzo Ducale, ha riaperto le porte ai fedeli e al culto dopo importanti lavori per curare le ferite inferte dal terremoto del 2012. I cittadini, le autorità (tra cui il consigliere regionale Gian Carlo Muzzarelli e il comandante dell’Accademia Militare Davide Scalabrin) e la famiglia dei Paolini hanno così festeggiato un traguardo importantissimo con una cerimonia presieduta da don Domenico Soliman, superiore generale della Società San Paolo.

"Ora la chiesa è più sicura, rinnovata, più robusta e ha una luce rinnovata – ha detto dsurante l’omelia don Soliman – Ognuno di noi rientrando in questa chiesa rivive nuove emozioni. Naturalmente, dopo Notre Dame a Parigi, che apertura doveva essere fatta? San Domenico, è chiaro. La chiesa siamo noi, adulti, bambini, famiglie. La chiesa è la casa di tutti ed essere qui è davvero una grande gioia che viviamo proprio di domenica, il giorno della vita".

"Ringrazio di cuore – ha detto il parrico, Don Domenico Aquino – tutti quanti per aver voluto condividere con noi questo momento di gioia. Non so se ve ne siete accorti ma le campane di San Domenico sono tornate a suonare a distesa. Questa chiesa è famosa per essere refrigerio d’estate e frizer d’inverno, ma noi la scalderemo con il nostro cuore".

Una prima tranche di lavori (per un importo di circa 385mila euro) è iniziata il 3 ottobre 2017 e si è conclusa il 20 settembre 2019, e ancor più consistente è stato il secondo stralcio, avviato il 24 febbraio 2022 e chiuso poche settimane fa, con un contributo di un milione e mezzo di euro da parte della Regione, nell’ambito del piano di ricostruzione. La chiesa di San Domenico, nel suo assetto attuale, risale al ‘700: la chiesa e il convento originari sorsero a partire dal 1243, e nel XVI secolo ai Domenicani venne affidato il Tribunale modenese dell’Inquisizione, poi fra il 1708 e il 1731 la chiesa fu interamente ricostruita, su progetto di Giuseppe Antonio Torri, per uniformare lo stile al vicino Palazzo Ducale. All’interno di San Domenico è conservato anche un meraviglioso gruppo scultoreo di Antonio Begarelli, raffigurante Cristo nella casa di Marta e Maria, realizzato nel 1544. L’ordine domenicano ha lasciato Modena nel 2001, e l’arcivescovo Benito Cocchi decise dunque di affidare la chiesa ai padri Paolini, che ancora oggi curano anche le attività del Centro culturale Giacomo Alberione, nello stesso complesso (con ingresso da via III febbraio). "Riaprire la chiesa è un dono sia per i modenesi che per noi – ha rimarcato don Domenico Aquino, superiore della chiesa e della casa –, perché ci permette di fare in pienezza un apostolato che in questi anni non si è mai fermato".