Don Oscar Bin, amatissimo parroco, è volato via alla fine di settembre del 2019, proprio mentre stavano iniziando i lavori per il recupero e il ripristino della ‘sua’ cara chiesa di Reno Finalese, anch’essa (come le sette chiese del territorio finalese) ferita dal terremoto del maggio 2012. Sono trascorsi cinque anni e la chiesa della Visitazione di Maria Santissima – ultimata la ristrutturazione e il restauro – riaprirà nel pomeriggio di domenica prossima 10 novembre: dunque sarà idealmente un regalo per don Oscar che compiva gli anni proprio il giorno di San Martino. Alle 14.30 si terrà un concerto di campane e alle 15 inizierà la cerimonia solenne con i saluti delle autorità e la Santa Messa presieduta da monsignor Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì Bertinoro, per concludere alle 17 con un momento di festa. "Per tutta la comunità è una gioia ritrovare questa chiesa e poterla riaprire al culto: dopo la rinascita del Duomo è un altro segno di speranza", osserva don Daniele Bernabei, parroco di Finale e di Reno.
Tanta storia, tante figure, tante immagini accompagnano la chiesa di Reno, proprio al confine tra le province di Modena e di Ferrara. Già nel Trecento qui esisteva un oratorio dedicato a San Pietro: dovendo attraversare il fiume Panaro, gli abitanti di Campo Duce (oggi Campodoso) faticavano a raggiungere Finale e la chiesetta era un riferimento per la vita spirituale. Verso la fine del Quattrocento si decise di edificare la nuova chiesa che fu completata attorno al 1506. Fra Otto e Novecento fu restaurata e rinnovata, e nuovamente consacrata nel 1926: negli anni successivi si avviò la costruzione del nuovo campanile. Alla chiesa di Reno si lega anche il ricordo di don Ferdinando Maria Baccilieri che, originario di Campodoso, fu battezzato proprio qui il 15 maggio 1821: nel 1856, don Baccilieri fondò la congregazione delle Serve di Maria di Galeazza (Bologna) e Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamato beato nel 1999.
Il terremoto del 2012 ha seriamente danneggiato la chiesa di Reno, in particolare con il crollo della porzione sommitale del prospetto principale. I lavori, coordinati dall’Ufficio Ricostruzione dell’Arcidiocesi di Modena (responsabile unico del procedimento, l’ingegner Federico Benatti) sono stati seguiti da vari professionisti, gli ingegneri Alberto Caprara, Aldo Greco e Roberto Luppi, e sono stati finanziati dalla Regione, nel programma della ricostruzione delle opere pubbliche, con circa due milioni e 100mila euro.
Le opere strutturali principali sono consistite nel ripristino delle murature, con l’inserimento di cordolature armate e catene di rinforzo, e nel ripristino e consolidamento delle strutture di copertura. All’esterno è stata ripristinata la porzione crollata della facciata: come in un gigantesco puzzle, tutti gli elementi della trabeazione sono stati recuperati, ricomposti e ricollocati nelle posizioni originali.
Stefano Marchetti