GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Regione, pesa la ’quota Millennial’. In giunta ci saranno tanti 40enni. Modena penalizzata: troppi over

De Pascale ha fatto capire che punterà, oltre che sui territori, anche sul rinnovamento anagrafico. Sotto la Ghirlandina i due principali eletti, Muzzarelli e Costi, non rispondono a questo criterio .

Il presidente della Regione Michele de Pascale

Il presidente della Regione Michele de Pascale

E se fosse non solo un problema di strapotere di Bologna, ma anche un nodo anagrafico? L’interrogativo serpeggia alimentando ulteriormente l’allarme lanciato dal Partito democratico sotto la Ghirlandina a pochi giorni dalla presentazione della squadra da parte del presidente Michele de Pascale, in programma con ogni probabilità il 13. Modena rischia di rimanere senza rappresentante in giunta regionale.

Prima ancora di quello territoriale, a Bologna riferiscono che uno dei criteri fondamentali per il neo governatore di 39 anni sarà la cosiddetta ’quota Millennial’, da incrociare ovviamente con il patrimonio di preferenze che si porta in dote: de Pascale vuole cioè fare il pieno di 40enni e in questo senso Modena è tra le più ’penalizzate’ nel momento in cui i due più votati – Gian Carlo Muzzarelli e Maria Costi – sono considerati over. Il confronto va fatto con personalità ’giovani’ e plurivotate come Isabella Conti, 42 anni, ex sindaca di San Lazzaro in quota Bologna, Alessio Mammi, 44 anni, in quota Reggio, Alice Parma, 36 anni, ex prima cittadina di Sant’Arcangelo (Rimini). Solo per citarne alcuni. Vincenzo Colla in questo discorso non fa testo, è il classico fuori quota insostituibile per il ruolo che ha avuto in questi anni e quello che potrà avere in futuro nelle numerose vertenze sindacali che si approssimano.

Ci sarebbero Luca Sabattini o la stessa Ludovica Carla Ferrari che potrebbero rientrare nella fascia anagrafica giusta, ma non hanno avuto i voti necessari per competere. Il nome che ricorre di più è quello di Davide Baruffi, ma come indicato ieri per lui è più probabile il bis di sottosegretario alla Presidenza che un assessorato.

Riaprendo ferite mai del tutto suturate, il decano si siede e giocherella con la penna, evocando nientemeno The Hateful Eight a tinte modenesi, la battaglia degli otto candidati sindaco per le amministrative, l’assalto infranto dei 40 enni (anche se non tutti lo erano) dell’autunno-inverno 2023: "A Modena, diciamocelo, dopo Muzzarelli è mancato un ricambio di classe dirigente nel centrosinistra, includendo il Pd ma anche Avs. Poteva essere quella l’occasione ma è andata persa, per colpa dei protagonisti ma anche dei loro ’padrini’ – Muzzarelli e Stefano Bonaccini in primis – che non volevano abbandonare la scena. Abbiamo dovuto chiamare in soccorso Massimo Mezzetti, ma se non ci decidiamo per il rinnovamento Mezzetti potrà governare per altre tre consigliature se vuole. E ora questo mancato rinnovamento lo paghiamo anche in Regione".

Per non parlare dell’area Schlein: "A Modena è stata rasa al suolo. Andrea Bosi per esempio, al di là del suo tirarsi fuori, è stato di fatto messo da parte, Stefania Gasparini è stata stritolata, e questo naturalmente rende Modena ulteriormente poco competitiva nella trattativa per la giunta perché anche il criterio delle correnti ce lo siamo giocato".