GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Regione, l’assessore Baruffi: "Sanità, risposte urgenti. Attenzione alla Montagna"

Si occuperà di Bilancio e territori fragili. "I consiglieri saranno valorizzati. Io blindato da Bonaccini? Con de Pascale ci conosciamo, c’è stima reciproca".

Il neo assessore Davide Baruffi

Il neo assessore Davide Baruffi

Neanche il tempo di alzare i calici per festeggiare: il neo assessore Davide Baruffi è già con la testa tra le scartoffie. C’è da correre per chiudere e approvare il bilancio il prima possibile: "Da domani pomeriggio comincerà una marcia a tappe forzate per l’Emilia Romagna per limitare la gestione provvisoria ed essere subito operativi, soprattutto per dare risposte urgenti sulla sanità e la ricostruzione delle zone alluvionate: con de Pascale stiamo già ragionando delle scelte".

Baruffi, da quando sapeva dell’assessorato?

"Con Michele siamo in contatto quotidiano da anni, c’è una consuetudine. Essendo il sindaco di Ravenna abbiamo lavorato insieme sul post alluvione e su altri dossier. La quadratura è stata trovata progressivamente, tenendo conto dell’equilibrio con gli altri territori".

Le deleghe evocano l’esperienza maturata da sottosegretario in questi anni.

"Sì, il Bilancio mi è stato affidato perché ho imparato a conoscere le caratteristiche della macchina regionale. Anche per ciò che concerne i Fondi europei ho seguito i progetti, mentre la Programmazione strategica e l’attuazione del programma mi permetteranno di avere un occhio generale sul governo dei processi: sono deleghe trasversali".

Anche la delega alla Montagna e alle aree interne a un modenese diventa strategica per il nostro Appennino.

"Modena e non solo: ci sono territori fragili anche a Piacenza, Parma, Reggio, l’Emilia in generale, più alcune parti di Forlì Cesena e Rimini. Diciamo che la via Emilia corre, ma restano dei territori periferici che faticano a reggere il passo: hanno bisogno di determinate strategie che conosco perché le abbiamo elaborate in questi anni".

Il sottosegretario tecnicamente equivale a un assessore, anche se, nella percezione comune, se lei fosse rimasto sottosegretario sarebbe sembrata quasi una sconfitta per lei e per Modena.

"Diciamo che il sottosegretario ha la fortuna, o la sfortuna, di poter vedere e toccare tutto. Ha rapporti continui con gli stakeholder della Regione, ma il suo lavoro non è visibile se non agli addetti. In piazza Grande farebbero fatica a descriverne le mansioni. L’assessorato ti consente invece un dato di maggiore riconoscibilità pubblica, che può essere tradotto come un punto politico messo a segno".

Ritiene che Modena sia stata trattata bene o merita di più?

"Modena ha avuto il merito di eleggere una rappresentanza numerosa e di qualità. Mi riferisco ai quattro del Pd, ma anche ad Avs, a Modena civica, e anche ai due consiglieri di Fratelli d’Italia. L’assessorato è un riconoscimento nella squadra di governo, ma sono sicuro che i consiglieri di maggioranza di Modena assumeranno ruoli importanti negli incarichi che verranno assegnati nei prossimi giorni".

Lei però era blindato. Si dice che esistesse un patto tra Bonaccini e de Pascale sul fatto che dovesse avere comunque un ruolo.

"Confido nel fatto che Stefano abbia parlato bene di me a Michele, ma c’è da dire che de Pascale mi conosce molto bene. Abbiamo avuto modo di lavorare tanto insieme dalla pandemia fino all’alluvione, una consuetudine quasi quotidiana che mi è valsa la sua stima. Stima pienamente ricambiata, peraltro".

Ritiene un elemento di debolezza il fatto che lei non sia passato dal voto popolare, ma nominato direttamente?

"Faccio presente che su una squadra di 11 persone, solo tre sono gli eletti. Si poteva fare diversamente, certo. Ma credo che de Pascale abbia voluto proprio in questo modo enfatizzare la distinzione tra il ruolo esecutivo di governo interpretato dalla giunta dal ruolo di rappresentanza e di indirizzo politico che invece riguarda l’Assemblea".