Modena, 20 novembre 2024 – Difficile un rimpasto sui nomi, più probabile una ridefinizione dell’agenda, in particolare su rifiuti, bilancio, urbanistica e rigenerazione urbana. Dalle urne è sbucata qualche sgradita sorpresa per la giunta Mezzetti: il Partito democratico che conquista in città un votante su due, Gian Carlo Muzzarelli dilagante – un consenso su quattro è suo – l’elezione di Vincenzo Paldino di Modena civica, lo stesso exploit di Maria Costi sostenuta dal capogruppo Pd in Consiglio comunale Diego Lenzini, ritenuto tra i vincitori politici di questa tornata assieme alla segretaria Federica Venturelli.
Il pensiero corre alla sorte dei ‘poveri’ alleati e i rispettivi assessori – Paolo Zanca di Azione e Vittorio Ferraresi del Movimento 5 stelle – che qualcuno nel Pd riterrebbe sacrificabili per far posto al quinto Dem. È improbabile tuttavia che il sindaco Massimo Mezzetti apra oggi un fronte politico nella coalizione nel momento in cui a livello nazionale i leader del centrosinistra celebrano il campo largo. E questo il Partito democratico lo sa. Piuttosto l’idea che circola è che i Dem spenderanno l’acquisito bonus elettorale sui temi. A cominciare dai rifiuti: "Faremo capire a Massimo – soffia un esponente del partito – che non è che dobbiamo lanciarci come kamikaze a favore dei cassonetti: chi pagherà questa abbondanza di contenitori? Magari sono sufficienti alcuni correttivi a un sistema che comincia a funzionare…". Oppure sulle scelte di bilancio, sull’urbanistica e la rigenerazione urbana, pane per i denti di Gian Carlo Muzzarelli, l’ex sindaco con la testa in Regione ma con il cuore sempre a Modena. Il suo peso lievita non in quanto consigliere regionale (o futuro presidente di qualche commissione), ma perché con il punteggio raggiunto ha mostrato i muscoli e il suo radicamento in città tra gli ambienti che possono influenzare le decisioni dell’amministrazione.
A questo si aggiunga la revanche di Vincenzo Paldino, che a Mezzetti gliel’ha giurata e gliela continua a giurare. Stabilirà un asse con Muzzarelli che concretamente si tradurrà, per fare un esempio, in sanguinose interrogazioni di Modena civica sul futuro della città quando il Partito democratico non potrà sporcarsi le mani per rispettare i vincoli di maggioranza? Chissà.
Il Pd dunque farà valere il risultato sull’attività amministrativa, e solo su quello per ora. A meno che…. A meno che non si apra un caso Alessandra Camporota. Non è un mistero che l’assessora alla Sicurezza, in quota sindaco, non stia vivendo al meglio questa alba amministrativa. Fare l’assessora non risponde all’idea che si era immaginata. E potrebbe lasciare.
A quel punto si aprirebbero due strade: una donna del Pd al suo posto, così da soddisfare la sete di spazio vitale dei Dem, magari anche includendo l’area Schlein che al momento continua a non essere rappresentata né in giunta, né in segreteria. Oppure l’occasione per Mezzetti di aprire a un vero e proprio rimpasto rivedendo gli assessorati in base al consenso elettorale. Fino a mettere in discussione anche Zanca e Ferraresi. "Implausibile – sentenzia un decano –. Non si può correre dietro agli esiti delle elezioni ogni volta, cambiare squadra in base al voto. Questo è tatticismo, e sarebbe esiziale per la tenuta del campo largo, anche a livello regionale. Il Pd non sfiderà il sindaco a viso aperto, lancerà solo un segnale politico: il risultato elettorale è un jolly che si giocherà quando la temperatura tra amministrazione e partito si impenna. Quando la giunta alzerà troppo la cresta, ci sarà chi gliela farà abbassare ricordando il risultato di questo soleggiata metà di novembre. Sarà una richiesta di rimpasto in potenza, ma mai in atto...".