Regionali, la voce di Sabattini : "Non sono l’anti Muzzarelli . I ticket? Così sviliamo le donne"

Il consigliere uscente e candidato deroga al suo understatement lanciando alcune riflessioni "Sul terzo mandato il Pd non è così rigido. Le priorità? Sanità pubblica e diritto alla casa".

Regionali, la voce di Sabattini : "Non sono l’anti Muzzarelli . I ticket? Così sviliamo le donne"

Il consigliere uscente e candidato deroga al suo understatement lanciando alcune riflessioni "Sul terzo mandato il Pd non è così rigido. Le priorità? Sanità pubblica e diritto alla casa".

Allergico ai riflettori, il candidato del Partito democratico alle Regionali Luca Sabattini, 46 anni, due mandati di consigliere alle spalle, deroga dal suo proverbiale understatement.

Sabattini, lei in questi due mandati in Regione è sempre stato parco di interviste, dichiarazioni pubbliche, uscite a favore di telecamere. Eppure i pronostici annunciano un altro pieno di preferenze.

"Al netto degli scongiuri, ho interpretato questo ruolo da un lato studiando e approfondendo la normativa regionale per applicarne i vantaggi sui territori, dall’altro supportando tutti i territori a trarre dalle leve regionali e nazionali il maggior beneficio possibile. Sono cresciuto e ho lavorato con Stefano Bonaccini: lui è un comunicatore, ma ho seguito il suo esempio soprattutto nella capacità di radicamento sul territorio. Il compito di chi fa politica è di essere di supporto alle amministrazioni e credo che la nuova classe dirigente salita in occasione delle amministrative è la dimostrazione che ci stiamo muovendo nella giusta direzione".

Tutti desiderano suggellare un ticket elettorale con lei.

"Trovo svilente questo dibattito soprattutto per le donne. L’immagine patriarcale dell’uomo che aiuta le donne, ridotte a un ruolo ancillare. Le donne del Pd in campo per le Regionali non hanno bisogno di appoggi maschili, siamo tutti impegnati a far crescere il Pd e la coalizione di centrosinistra".

Per lei si è fatta un’eccezione: il Pd ha dato il via libera al terzo mandato.

"Lo Statuto non è così rigido su questo. Ognuno di noi dà la propria disponibilità, poi è il partito che decide. E io sono onorato del ritorno che ho avuto della mia attività di consigliere regionale. Adesso non rappresento solo un territorio specifico, ma sono considerato un amministratore regionale".

Si dice che lei sia l’anti-Muzzarelli, che sarebbe importante che lei vincesse nella battaglia delle preferenze per evitare che l’ex sindaco riconquisti l’egemonia sul partito e dia le carte per le scelte dei prossimi anni.

"Io come ‘anti’ sono solo ‘anti-fascista’. Non sono contro nessuno. Se poi per ‘anti’ si intende ‘diverso’ allora sono differente rispetto a Gian Carlo come carattere, modi e stile di leadership. In ogni caso il confronto non deve essere tra di noi, ma contro la destra che non manca di utilizzare il proprio potere per perseguire interessi di parte".

Però sembra che il Pd voglia favorire un ricambio anagrafico: 40-50enni al posto dei 60-70enni.

"La candidatura di Michele de Pascale va in quella direzione. Ma questo non significa che amministratori e dirigenti di valore non debbano essere considerati per motivi di età. Anche nelle amministrative abbiamo valorizzato non solo l’età, ma anche l’esperienza".

Quali sono secondo lei le priorità della futura Regione?

"La sanità e la casa. Il primo passo è la difesa della Sanità pubblica e universalistica. Occorre un adeguamento finanziario: non basta essere primi nelle classifiche se la popolazione ha la percezione di un arretramento della qualità del servizio. Sarà necessaria una riorganizzazione che che ponga al centro la territorialità: non soddisfare la domanda di salute significa incrementare le disuguaglianze e indebolire la coesione sociale".

L’altro tema è la casa.

"Bisognerà che a livello regionale riscriviamo la legge sulle politiche abitative per tutelare quella fascia di popolazione che non è così povera da poter ricevere i sussidi, ma nello stesso tempo non riesce ad accedere al mercato libero. Non ci saranno più ricchi se non siamo in grado di dare le case a chi è povero, ne va della tenuta della democrazia. Tanto più che a livello nazionale si azzera il fondo per l’affitto".

Gianpaolo Annese