MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Recano protagonista di Mine Vaganti

di Maria Silvia Cabri Ferzan Ozpetek, con le sue ‘Mine Vaganti’, saranno i protagonisti oggi alle 17 al teatro comunale...

Recano protagonista di Mine Vaganti

Recano protagonista di Mine Vaganti

Ferzan Ozpetek, con le sue ‘Mine Vaganti’, saranno i protagonisti oggi alle 17 al teatro comunale di Carpi. Lo spettacolo, che il regista ha tratto dal proprio film omonimo curando l’adattamento e la regia teatrali, annovera tra i protagonisti Francesco Pannofino, Simona Marchini, Loredana Cannata. La messinscena si sposta dal Salento al napoletano, ma resta la famiglia Cantone, proprietaria di un pastificio, con radicate tradizioni culturali alto-borghesi e il padre intenzionato a lasciare la direzione della ditta ai figli maschi: il maggiore è interpretato da Carmine Recano, attore napoletano, che negli ultimi tempi è stato apprezzato anche dal pubblico televisivo per il suo ruolo del ‘comandante’ Esposito nella serie ‘Mare Fuori’.

Carmine, nello spettacolo di Ozpetek interpreta il figlio maggiore Antonio, che durante una cena rivela ai genitori la sua omosessualità. Il tema è quello del pregiudizio: come viene affrontato?

"Quando Antonio si dichiara gay, battendo sul tempo il fratello minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità, tutto precipita. Il pregiudizio viene esplicitato attraverso la famiglia molto conformista, tradizionale. Il padre all’inizio lo respinge, mandandolo via di casa e togliendogli il ruolo dirigenziale nel panificio. Poi il sentimento paterno prevale e ha un pentimento, accettando i figli: l’amore vince su tutto, è salvifico.

Tra lei e il regista Ozpetek vi è una sorta di ‘sodalizio’ che ha radici lontane: da ‘Le Fate ignoranti’ a lo stesso ‘Mine vaganti’, fino alla ‘Dea Fortuna’: come è nata questa sintonia? "Per caso. Ho partecipato al provino per ‘Le Fate ignoranti’ (dove interpreto il ruolo di Israele) e alla fine mi hanno preso. Ferzan è solito costruire un bel rapporto con i suoi attori, ti coinvolge e accoglie, è aperto alle proposte, ti ascolta".

E com’è lavorare con lui?

"Stupendo, ti fa assolutamente sentire parte del progetto".

‘Mine vaganti’, dal cinema al teatro: come avviene la trasposizione?

"Non è semplice, ma Ozpetek, da autentico maestro, è riuscito a dare allo spettacolo un taglio cinematografico con gli elementi del teatro. Ci sono cambi rapidissimi di scena e questo coinvolge gli spettatori che si immedesimano nei personaggi. Leggerezza e al tempo stesso scene molto intense ed emozionanti, conservando l’idea originale".

Perché ha scelto di diventare attore?

"Non l’ho scelto, mi è capitato. La classica storia: accompagni l’amico al provino e poi scelgono te. Avevo 17 anni, ero autodidatta; dopo sono andato a Roma ho iniziato a studiare sul serio". Attore poliedrico, da ‘Un posto al sole’ a ‘Don Matteo’, a ‘Tatanka’ (tratto da un racconto di Roberto Saviano)".