Antonio Zagnoli, domani avrebbe dovuto essere al Ferrari Challenge di Misano Adriatico, per preparare centinaia di crescentine, insieme al Tigella team, un gruppo di amici e colleghi con cui nel tempo libero collaborava per sostenere progetti dalle finalità benefiche. Poi la terribile notizia del suo decesso, dopo che domenica scorsa era stato ricoverato in Terapia Intensiva, lasciando attoniti tanti amici e colleghi. Una figura storica della Radiologia dell’Ospedale Civile, che viene ricordato, da chi gli è stato accanto, per uno spiccato senso di umanità e disponibilità verso il prossimo e per la capacità di mettersi al servizio del bene comune.
Nato a Roma nel 1961, ma modenese da sempre, dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università degli Studi di Modena e la specialità in Radiodiagnostica nel 1993, aveva iniziato in forza all’ospedale Sant’Agostino, poi, sin dalla sua apertura nel 2005, aveva cominciato un iter che ne aveva fatto un punto di riferimento per la Radiologia interventistica e d’Urgenza nell’Ospedale Trauma Center della Provincia, ricoprendo incarichi di rilievo nel Nuovo ospedale Civile di Baggiovara, specializzandosi in radiologia interventistica vascolare ed extra vascolare e nel ruolo di responsabile della Struttura Semplice di Radiologia d’Urgenza e Pronto Soccorso, fino a rivestire il ruolo di direttore facente funzione della Radiologia dell’ospedale Civile, dal 2022 al 2023.
Una vita piena, con molteplici interessi, animata da una grande curiosità verso il mondo e le persone, con cui riusciva subito ad instaurare un’amicizia sincera, poi l’impegno sociale, che lo vedeva in prima linea mettendo in gioco le competenze che aveva affinato negli anni, come la gastronomia, che lo aveva portato anche alla San Nicola, a fare il corso sui tortellini. "Quando si trattava di iniziative volontaristiche, Antonio c’era sempre – racconta Gianluigi Cuoghi, presidente della Congrega dei Liffi –, ma se squillava uno dei suoi due cellulari, per un’urgenza, correva a Baggiovara. Generoso, disponibile, competente, il suo apporto è stato cruciale per acquistare importanti macchinari che andavano nei reparti di Ematologia e Gastroenterologia dell’Ospedale di Reggio Emilia. E’ una grave perdita. L’impegno nella professione e nel tempo libero hanno rappresentato sempre un passo verso l’altro, per Antonio, appena poteva metteva a disposizione le sue competenze e la sua passione".
Per tre anni era stato medico verricellista all’Elisoccorso di Pavullo, da 25 anni era istruttore capo del Circolo Velico di Caprera, ed era impegnato come socio e istruttore nella Congrega dei Liffi. Una persona con un cuore grande che lascia un vuoto nella sanità modenese. Esequie lunedì alle 15 presso la chiesa della Sacra Famiglia a Modena.
Luca Bonacini