Una raccolta di storie inquietanti. Così si pone ‘Indagare il male. Dieci casi che non avete mai ascoltato’, l’incontro che vedrà protagonista il giornalista Stefano Nazzi, ideatore e autore di ‘Indagini’, ai primi posti delle classifiche dei podcast, nonché del libro ‘Il volto del male. Storie di efferati assassini’, dialogando con Pierluigi Senatore, oggi alle 16 alla tenda di piazzale Re Astolfo di Carpi nell’ambito della Festa del Racconto.
Stefano, quale sarà il fulcro dell’incontro?
"Racconterò le vicende di dieci persone che hanno fatto il male e ben lo rappresentano: uomini e donne di età diverse, che in Italia si sono resi colpevoli di delitti efferati, spesso con moventi inesistenti. Dai più noti, come Donato Bilancia, Nicola Sapone delle Bestie di Satana o Luigi Chiatti, il Mostro di Foligno, a nomi meno conosciuti, come il serial killer Gianfranco Stevanin, il ‘Cherubino nero’ Roberto Succo o, ancora, le tre ragazze che a Chiavenna uccisero senza motivo una suora".
Come le ha selezionate?
"Sono storie diverse tra loro ma accomunate dal narcisismo e dall’egoismo degli assassini che hanno posto se stessi al centro del mondo: il male può dunque venire da mondi anche molto lontani".
Che definizione darebbe lei del male?
"E’ molto difficile, anzi direi impossibile, così come capire perché persone arrivino a commettere certi atti. ‘Perché l’ha fatto?’: ce lo chiediamo spesso davanti a delitti particolarmente feroci, specie quando sono immotivati. L’istinto ci porta a credere che il male sia frutto della follia o di un raptus omicida, perché questo pensiero ci tranquillizza, ci allontana da un timore molto più profondo. E cioè che esistono persone malvagie. Invece, non tutto si può attribuire a una mente malata, a patologie della psiche o a una brusca perdita dell’autocontrollo. Anzi, ogni azione violenta è sempre la conseguenza di ciò che è andato costruendosi nel tempo".
Come è nata la sua passione per questi casi di cronaca?
"Ho iniziato ad occuparmene come giornalista. In particolare mi interessano l’origine, il percorso: nessuna azione criminale nasce improvvisamente".
Podcast: come considera questo stile di trasmissione?
"La reputo perfetta, specie per raccontare certe storie, come appunto le ‘indagini’, perché consente di intervallare al raccontato parlato la musica, le pause".