
Quanto pesano i migranti del calcio
Quante volte, parlando di Serie A, si è sentito parlare dei calciatori stranieri come un problema al quale porre rimedio in chiave azzurra? E quante volte, dopo la sentenza Bosman, ci si è indignati per il sempre crescente arrivo di calciatori, magari anche di dubbio valore, anche nelle serie inferiori? Tante, tantissime, e il tema dell’apertura e della chiusura delle frontiere, nonché quello della presenza di stranieri nel calcio italiano, è un dibattito molto più antico di quanto si pensi, al punto di essere presente già nelle cronache sportive di inizio Novecento, agli albori del successo del pallone nel nostro Paese.
Di questo, e dell’intera storia dei flussi migratori legati al calcio in Italia, tratta l’ultimo libro degli storici dello sport modenesi Alberto Molinari e Gioacchino Toni, intitolato "I migranti del pallone", pubblicato nei giorni scorsi da Le Monnier e che verrà presentato oggi pomeriggio alle 18 a Modena, presso la Sala Ulivi dell’Istituto storico, in un incontro alla presenza degli autori che dialogheranno con il giornalista Lorenzo Longhi. In un arco cronologico compreso tra il football delle origini e appunto la sentenza Bosman del 1995, il libro ricostruisce le migrazioni calcistiche sul versante sportivo e nei loro risvolti sociali, politici, economici, culturali, di costume, delineando le traiettorie geografiche dei flussi migratori e i profili delle più significative figure del calcio straniero in Italia. Ne scaturisce un racconto polifonico che si inserisce nel quadro della storia dello sport e dei suoi intrecci con la società italiana e la dimensione internazionale. Sergio Giuntini, presidente della Società italiana di Storia dello sport, nella prefazione lo definisce "un affresco che racconta, tramite la lente dei calciatori stranieri approdati in Italia, una convincente storia della società e del costume nazionali e aiuta a capire meglio il calcio, le sue tendenze e contraddizioni storiche".
l. l.