
"La nostra mission è quella di essere ‘garanzia’ per la comunità che ha paura, in ogni circostanza. Questa è la grande forza del volontariato: essere l’ancora di salvezza per le persone". Con queste parole, il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha salutato ieri pomeriggio in piazza Martiri a Carpi i tanti volontari, riuniti in occasione dell’iniziativa ‘Io non rischio’, dedicata al sistema di Protezione civile, promossa dalla Regione. Ad accogliere Curcio, il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, Davide Baruffi e l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo, c’erano il prefetto di Modena, Alessandra Camporota, il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e i colleghi di Novi Enrico Diacci (anche presidente dell’Unione Terre d’Argine) e Gianni Gargano di Castelfranco, nonché l’assessore del comune di Carpi alla Protezione civile, Mariella Lugli. Ma soprattutto c’erano i tanti volontari, con la loro divisa gialla e blu, che hanno con entusiasmo mostrato alle autorità il percorso preparato per spiegare alla cittadinanza cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio terremoto e alluvione, tra storia, presente e futuro. "Questo è un territorio molto segnato dal rischio idrogeologico – ha proseguito il capo dipartimento -. Al termine della Settimana nazionale della Protezione civile, questi due giorni di ‘Io non rischio’ hanno consentito di trasmettere le buone pratiche in materia. I volontari formati scientificamente sulla gestione del rischio hanno dialogato con i cittadini per dare idea dei corretti comportamenti: credo sia importante che ognuno di noi come cittadino metta in atto la risposta rispetto alla conoscenza del proprio territorio. E’ una iniziativa importante, noi ci teniamo e ci tiene molto il sistema. Qua ci sono Regione, Prefettura, i sindaci e i volontari ovviamente. Credo che sia un bellissimo segnale: non parliamo di prevenzione solo in emergenza, bisogna parlarne prima".
Con riferimento al nuovo Governo, "lavoreremo per ottenere fondi per la prevenzione, sia strutturale (lavori, opere) che non strutturali (pianificazione e conoscenze a rischio); in particolare spingeremo affinché le opere strutturali siano inserite nella pianificazione territoriale, perché questo consente di mitigare l’evento emergenziale". Inevitabile il riferimento all’Ucraina: "Come meccanismo europeo di prevenzione civile, consolidato da anni, siamo stati tra i primi Paesi che hanno contribuito maggiormente alla situazione della guerra. Abbiamo portato tanto materiale fornito dal territorio, Regioni, imprese, comunità e distribuito nei territori limitrofi all’Ucraina in quanto il sistema di Protezione civile non entra direttamente nelle zone di guerra, e che poi questi ultimi hanno provveduto a consegnare agli ucraini. Inoltre abbiamo svolto l’attività di accoglienza di 170.000 ucraini, o provenienti da territori vicini, fuggiti dalla guerra e che ora sono in buona parte presenti sul nostro territorio".
Maria Silvia Cabri