Modena, 22 maggio 2024 – "Per me era una sorella. Ci conoscevamo da quando andavamo insieme alle scuole medie. Ho proprio perso un pilastro". Carlotta Boriello ricorda così l’amica di una vita, Alice Neri, nel giorno in cui si è tenuta la seconda udienza del processo in corte d’Assise a Modena. In aula contro Mohamed Gaaloul, il tunisino 30enne accusato dell’efferato omicidio della giovane mamma oggi hanno parlato alcune amiche della vittima così come il marito, Nicholas Negrini.
Su cosa possa essere successo la notte in cui Alice è morta, "le ho pensate tutte, ma senza purtroppo avere mai una risposta. Dopo due anni la vedo difficile arrivare alla verità", continua Boriello. E tra l'altro "nell'ultimo anno di vita aveva fatto un cambiamento importante: era alla ricerca di se stessa". Ma “è sempre stata una ragazza molto forte e ci siamo sempre spalleggiate".
Riguardo la vita privata di Alice in questi anni si è parlato tanto. "Non è stato facile, parlare di fronte a molte persone mi ha fatto sentire come se la stessi tradendo".
Il collega di lavoro invece, denominato anche come terzo uomo, “non era d'accordo sul chiudere la relazione. Lei aveva capito che lui voleva qualcosa in più, ma che lei non era disposta a dargli, perché voleva salvare la sua famiglia. Quando ha capito che il rapporto era diventato morboso, la situazione ha iniziato darle più preoccupazioni", ha concluso l’amica di Alice.
La dichiarazioni dei legali prima dell’udienza
Hanno parlato l’avvocato Cosimo Zaccaria, che rappresenta la famiglia della vittima: “Verranno sentite persone che avevano rapporti e amicizie pregresse con Alice Neri e persone che erano nel bar la sera in cui poi Alice è stata uccisa e che possono descrivere le sue ultime ore”.
Ma in questo processo si parla anche della vita privata e delle abitudini di Alice. “Ci sono dei dettagli significativi che verranno descritti e che portano con certezza alla colpevolezza dell'imputato. L'incidente probatorio nello specifico ha segnato punti a nostro favore”, ha detto anche il legale Zaccaria. Ovvero: “l’olio esausto utilizzato come combustione, i non pantaloni presentati dalla difesa, l'orario in cui è stato visto Gaaloul sporco di olio alla mattina. Tutta una serie di elementi già approfonditi in incidente probatorio e che sono già nel fascicolo di dibattimento. Non dobbiamo dimenticarci di tutta l'attività svolta in precedenza che ha segnato punti a nostro favore. Non da ultimo il mozzicone trovato sul luogo in cui Alice è stata trovata carbonizzata e dove c'era il dna del signor Gaaloul”, ha concluso Zaccaria.
Il legale dell’imputato, l’avvocato Roberto Ghini invece, ha confermato che il suo assistito Gaaloul è entrato in aula, ma solo “quando verranno sentiti i consulenti si entrerà nel cuore della vicenda (quindi non oggi, ndr) e diverrà tutto molto più chiaro”.