Momenti di tensione ieri mattina, intorno a mezzogiorno a Palazzo Europa. Un gruppo di minori stranieri non accompagnati, infatti, per cause al momento sconosciute si è presentato davanti ad un ufficio che si occupa di problematiche emergenziali. Pare che i ragazzini, provenienti da fuori provincia, abbiano preso a calci la porta, affermando di aver diritto ad una collocazione che era stata loro promessa diverso tempo fa e chiedendo di parlare con qualcuno. Mentre alcuni cittadini si sono fermati preoccupati per capire ciò che stava avvenendo, gli operatori dell’ufficio hanno subito contattato la polizia, dal momento che i minori si mostravano piuttosto agitati e pare fossero intenzionati ad entrare nello stabile. Sul posto sono intervenute tre pattuglie della volante che hanno cercato via via di tranquillizzare i minori, invitandoli ad allontanarsi. La situazione, poco dopo, è tornata alla calma. Sul posto erano presenti anche altri minori non accompagnati, amici del gruppo arrivato a Modena che hanno poi parlato con i poliziotti al fine di far luce sull’accaduto.
Sono diversi i percorsi di arrivo di minori stranieri non accompagnati sul territorio comunale. Alcuni arrivano autonomamente, altri dai luoghi di sbarco o dalla rotta balcanica oppure a seguito di allontanamento dalle comunità dove sono stati precedentemente collocati in conseguenza dei riparti ministeriali, spesso in assenza "di una regia nazionale che possa garantire un corretto e programmato riparto dei flussi", sottolinea Muzzarelli. "Non emerge – afferma Muzzarelli – una reale volontà del Governo di gestire i flussi di accoglienza tenendo conto di tutti i percorsi di arrivo", mentre rispetto all’ipotesi di hub regionale di prima accoglienza "è funzionale a decongestionare i luoghi di sbarco, ma risulta inefficace se non si lavora su un numero di posti strutturati sul territorio per gestire la seconda accoglienza".
C’è inoltre "preoccupazione per il fenomeno dei minori che minori non sono e che entrano comunque nel sistema di accoglienza" creando un’inevitabile promiscuità nella coabitazione con ragazzi più giovani. Inoltre, un altro profilo di criticità è rappresentato dalla minoranza di soggetti che assume condotte devianti e aggressive sia nei confronti degli educatori sia degli altri minori accolti. “Le comunità di accoglienza – spiega Muzzarelli – in questi frangenti sono impotenti e senza strumenti a disposizione per arginare e gestire simili comportamenti che restano senza conseguenze, almeno nell’immediato, da parte dell’ordinamento giudiziario: è necessario garantire norme e regole per assicurare la convivenza e contenere i comportamenti violenti".
Nella lettera si ribadisce che Comune di Modena e i soggetti gestori credono fortemente in un’accoglienza basata sulla conoscenza reciproca delle persone e sul rispetto delle regole di comunità, come mezzo per garantire una reale integrazione.
Valentina Reggiani