Modena, 6 giugno 2022 - "Preghiamo il Signore per il piccolo, affinché possa riprendersi presto e totalmente, e per la sua famiglia così duramente messa alla prova in questo momento. Per noi, come comunità, chiediamo al Signore di aiutarci ad astenerci da ogni giudizio e di essere capaci di perdono". Sono risuonate forti e piene di sentimento le parole di don Francesco Preziosi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Soliera, ieri durante la celebrazione della messa delle 11 tra le intenzioni di preghiera e anche al termine della funzione prima della recita dell’Ave Maria. Il parroco ha richiamato tutti i fedeli a unirsi nella preghiera per il bimbo di 13 mesi che martedì scorso è stato gettato dalla baby sitter, la trentaduenne carpigiana Monica Santi, dalla finestra del secondo piano dell’abitazione in cui vive con i suoi genitori.
Fino dal giorno del tragico evento la comunità parrocchiale di Soliera si è unita in preghiera per sostenere la famiglia e chiedere al Signore il miracolo della guarigione del bambino. Terminata la messa, fuori sul sagrato, piccoli capannelli di persone si sono fermati a parlare della tragedia che ha colpito Soliera. Nessuno però ha voglia di parlarne in pubblico, come se volessero rispettare la sacralità e l’intimità di un evento così tragico. Soprattutto nessuno ha voglia di parlare della figura della baby-sitter ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio. "Abbiamo sentito che il bambino sta leggermente meglio – afferma un gruppo di giovani - e questa è la sola cosa importante. Già dal 31 maggio (giorno in cui si è verificato il drammatico episodio, ndr) ci siamo uniti in preghiera per il piccolo e la sua famiglia: Soliera è una piccola comunità e il nostro ruolo ora, come credenti, è quello di sostenerli con la preghiera".
"Conosco la famiglia - afferma don Francesco - sono stato io a battezzare il bambino. Quello che noi ora come Chiesa possiamo fare è pregare per il piccolo. Martedì, giorno in cui è avvenuto il terribile evento, era l’ultimo giorno di maggio coincidente con la chiusura del mese dedicato alla Madonna. Durante il pellegrinaggio della sera, dal santuario di San Michele fino alla chiesa parrocchiale, abbiamo specificatamente pregato per lui, dedicandogli la recita del Santo Rosario e la fiaccolata. Inoltre, da martedì tutti i giorni nelle due messe feriali ricordiamo sempre il piccolo e la sua famiglia. II compito della Chiesa ora è quello di pregare perché si compia il miracolo. Una tragedia è sempre una tragedia: le indagini e altri tipi di giudizi spettano agli inquirenti che stanno indagando sul caso. Il nostro invito è quello di unirsi nella preghiera per il piccolo".
"Mai avremmo creduto possibile che una cosa simile potesse verificarsi nella nostra comunità - ha proseguito una ragazza -. sappiamo che la baby sitter stava passando un momento psicologicamente difficile. Questo ovviamente non giustifica il suo terribile gesto, ma reputiamo sia necessario pregare anche per lei". Nella via poco distante dal centro storico in cui è avvenuta la tragedia tutto pare immobile: le tapparelle della villetta a schiera dei coniugi sono leggermente alzate, un piccolo segno di vita a fronte di tanta disperazione.
Intanto nei prossimi giorni potrebbe essere fissato l’incidente probatorio per nominare il perito psichiatrico che dovrà decretare se Monica Santi fosse in grado di intendere e volere al momento del gesto. Non è escluso che il difensore della donna, l’avvocato Francesca Neri, possa avanzare richiesta di arresti domiciliari. Tutto dipende dalle condizioni psicologiche della baby sitter, la quale ha dichiarato di aver agito in modo istintivo, come in preda a un momento di "catalessi", dovuto a una situazione di forte stress che sta vivendo e pare causato da una precedente delusione di natura lavorativa patita presso una azienda di Carpi.