"Polizia locale, malgoverno dell’Unione"

Mirandola, il consigliere Siena attacca: "Problemi sin dalla costituzione dell’ente. Miopia politica sugli accorpamenti fatti solo ora"

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Dopo le critiche che la Lega di Mirandola, che gestisce in autonomia dal 1° gennaio i vigili, ha rivolto alla Polizia Locale a sei Comuni dell’Unione Area Nord, "partita nel peggiore dei modi i primi due giorni di gennaio, non assicurando i servizi", secondo il capogruppo di ‘Più Mirandola’ Giorgio Siena "il problema dell’organizzazione del servizio di Polizia Locale va valutato nell’insieme dell’Unione, dalla sua costituzione a oggi".

Per Siena, non solo "sarebbe saggio evitare giudizi strumentali su carenze occasionali causate dalle condizioni operative di chi è soggetto, come tutti, a contagiarsi e ammalarsi", ma la questione è un’altra: "il complessivo malgoverno della Polizia Locale".

Giorgio Siena, perché malgoverno?

"La Polizia Locale doveva essere uno dei primi servizi dell’Unione Area Nord a beneficiare dell’organizzazione di scala dell’Unione, invece è diventato un caso di cattiva amministrazione e le ragioni sono evidenti".

Quali?

"Quando si trattò di conferire il servizio di Municipale in Unione, Finale Emilia e Cavezzo, per ragioni di bottega e di egoismi, rimasero fuori e tuttora gestiscono il servizio in autonomia. Quando si propose, anni dopo, il piano di riorganizzazione degli allora sette presidi locali (oggi sei dopo l’uscita di Mirandola, ndr), i Comuni si opposero".

Con ‘Mirandolexit’, l’assessore alla Polizia Locale dell’Unione, il sindaco di San Felice Michele Goldoni, ha annunciato che i sei presidi territoriali saranno accorpati.

"Si, ma quando Mirandola era in Unione nessuno voleva razionalizzare i presidi, ogni Comune voleva il suo, con ‘Mirandolexit’, invece, lo stato di necessità impone l’accorpamento al fine di garantire maggiori coperture di uomini: San Prospero con Medolla, Concordia con San Possidonio, San Felice con Camposanto".

Si potevano fare prima, ora è tardi?

"Si dovevano fare prima, quando la distribuzione sul territorio penalizzava Mirandola, e invece la miopia politica su aspetti determinanti dell’Unione ha creato danni nel tempo".

Mirandola esce dall’Unione con la Polizia Locale e altri servizi in attesa del verdetto del Consiglio di Stato. Cosa comporta in termini di costi?

"Intanto lascia in Unione esperienze, automezzi e strumenti, con un costo intorno ai 400mila euro, tanto serve, infatti, per riacquistare, duplicandoli, i mezzi di servizio. Mirandola, inoltre, intende assumere 7 nuovi agenti, mentre 2 saranno assunti dall’Unione a sei Comuni. Assisteremo a una lievitazione della spesa pubblica per la Polizia Locale, stimabile nell’insieme in 1 milione di euro e, per contro, a causa della separazione, ad una minore possibilità di attingere a fondi pubblici regionali. Una pessima operazione sul piano economico e funzionale; ai cittadini lasceremo in eredità un modello poco virtuoso di amministrare la cosa pubblica, un evidente spreco di mezzi e risorse. Senza, al momento, reali vantaggi. Per ora è un esempio di malgoverno maturato nel tempo, poi sarà compito della politica valutare se il servizio migliorerà".

Viviana Bruschi