REDAZIONE MODENA

"Polemiche su Mediterranea?. La mia carità non verrà meno"

Il vicepresidente della Cei respinge gli attacchi: "Intercettazioni da distruggere"

Il vescovo di Modena e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana rifiuta il tentativo di ridurre a polemica politica le attività di carità della chiesa e del messaggio cristiano. "Certamente il diritto di critica è fondamentale, ma a volte diventa uno sfogo che probabilmente nasconde dei risentimenti e quando si incanala in una polarizzazione politica diventa molto difficile". Monsignor Erio Castellucci riferisce di aver ricevuto decine di lettere e mail, con toni che lasciano poco spazio al dialogo. I pretesti sono quelli che nelle ultime settimane hanno animato il dibattito in città e anche fuori le mura: la donazione da parte della diocesi alla Ong Mediterranea impegnata nel salvataggio dei migranti in mare, il concerto di Patti Smith in cattedrale o anche solo l’installazione del ‘carro amato’ in piazza XX settembre. "La rabbia quando si esprime quasi con la mitragliatrice – spiega il presule – denota un disagio interiore. Quello che mi colpisce di più non è tanto l’attacco di chi odia la Chiesa o ce l’ha con i migranti da fuori, ma le prese di posizione dei cattolici che bevendo acriticamente tutto quello che viene scritto in certi giornali ne fanno occasione per buttare fango contro la Chiesa, spesso anche esprimendosi con toni che sono decisamente lontani dal Vangelo per non dire opposti e con una contraddizione che personalmente non riesco a capire". È come se si sentisse il bisogno, anche dentro la comunità cristiana, di "trovare il nemico contro cui gettare fango" e questo "non è un bel segnale" secondo il vescovo, per il quale "a volte è più facile il dialogo con chi non crede o chi professa un’altra religione più che con chi si dice cattolico e assume atteggiamenti anti evangelici". In occasione dell’incontro con i giornalisti per la presentazione del messaggio di Natale ‘La nostra pace è un bimbo’, monsignor Castellucci è tornato sulla polemica sollevata da una testata giornalistica che ha pubblicato intercettazioni raccolte nell’indagine che ha coinvolto la Mare Jonio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul caso dei 27 migranti che a settembre 2020 erano rimasti bloccati per 38 giorni sulla Marsk Etienne: "erano, per legge, da distruggere e comunque è stato un reato consegnarle alla stampa e, secondo me, è un reato anche averle pubblicate in quel modo, ma questo lo stabilirà la magistratura. Per il resto io sono molto sereno, vado avanti per quello che posso con la carità del vescovo". Che comunque "è una goccia nel mare" e "se potessi farei anche di più". Una "goccia" però fondamentale per assicurare beni e servizi alle persone più povere. "La carità del vescovo rappresenta il 10% di ciò che arriva per la carità dall’8xmille, per noi una cifra di 9095mila euro l’anno a cui si aggiungono le offerte private che variano di anno in anno ed eventuali lasciti. Una piccola somma che viene lasciata in ogni diocesi al discernimento del vescovo". E che serve anche per dare una mano a famiglie in difficoltà, come sanno bene i servizi sociali dei comuni modenesi con i quali "c’è un ottimo rapporto e il riconoscimento del grande bene che viene dalla Chiesa". Si tratta di interventi che non finiscono sui giornali per rispettare la privacy delle persone, "ma sono sempre contabilizzati nel conto corrente della diocesi, tutte tracciati".

Paolo Tomassone