CHIARA MASTRIA
Cronaca

Piccoli campioni di solidarietà. I regali dei bambini agli anziani: "Una ventata di allegria nella Cra"

Gli alunni della 5° B della primaria Saliceto Panaro hanno fatto visita agli ospiti della residenza IX Gennaio. Marco Zanasi, insegnante di italiano e coordinatore del plesso: "E’ un importante scambio intergenerazionale".

Piccoli campioni di solidarietà. I regali dei bambini agli anziani: "Una ventata di allegria nella Cra"

C’è chi ha scelto un maglione rosso, chi una gonna scozzese, chi ha tirato fuori dall’armadio la borsa e chi il cappello. Per gli anziani della Cra IX Gennaio di via Paul Harris a Modena, che conta 61 residenti e 16 frequentatori del centro diurno, la giornata è importante: vengono a trovarli i bambini della scuola primaria Saliceto Panaro, classe quinta B. Un evento che si ripete quattro volte all’anno - a San Martino o San Geminiano, a Carnevale, a Pasqua e a Natale - da ormai 17 anni, esclusi quelli del Covid in cui però il legame tra queste due realtà, a poche centinaia di metri l’una dall’altra, grazie al supporto del digitale non si è spezzato. E’ il ‘Progetto di interscambio generazionale’, referente la maestra di religione del plesso scolastico Silvana Perna: "Per i bambini è un grande insegnamento, l’occasione per spostare il baricentro dall’io al loro", ci spiega. I bimbi, una ventina in cappello da Babbo Natale d’ordinanza, vengono accolti in una sala con circa trenta anziani, "nonni" come li chiamano loro estendendo il termine ben oltre il legame di sangue: "Nonno è chiunque possa insegnarci qualcosa e raccontarci di tempi lontani, facendoci scoprire mondi sconosciuti".

Loro, i nonni, sono altrettanto emozionati per la visita. Attenti. "Abbiamo diversi malati di Alzheimer che solitamente mal tollerano i contesti di gruppo - racconta la direttrice della Cra Giuseppina Pompili -, in queste occasioni però i loro disturbi svaniscono, addirittura si controllano tra loro: è la forza di offrire contesti normalizzanti, che fanno venire fuori il meglio di ognuno. O una specie di miracolo di Natale", dice sorridendo. "Questi scambi intergenerazionali hanno un effetto estremamente positivo sugli anziani - continua -: i bambini sono la vita che cresce". La mattinata, coordinata dall’animatrice Cheryl, inizia: i bambini cantano canzoni di Natale - "le hanno scelte loro prediligendo quelle che toccano temi attuali come la guerra, l’accoglienza, la solidarietà nei confronti di chi ha meno", commenta orgoglioso Marco Zanasi, maestro di italiano e coordinatore del plesso Saliceto Panaro -, poi con gli anziani si scambiano curiosità: sono un fiume in piena di domande sui Natali passati. "Da piccolo andavo a scuola camminando a piedi in 50 centimetri di neve", racconta Alberto a una generazione per la quale la neve è cosa rara. "E il muschio per il presepe - aggiunge - lo raccoglievo vicino agli argini, in campagna". "L’albero era vero - gli fa eco Anna, una vita dietro il bancone del bar dell’Istituto Barozzi - e lo addobbavamo con mandarini, arance, caramelle, qualche arachide". La notte di Natale si mangiavano tortelli con il savor, pane di Natale, spongata. Per Ilves il Natale si condensava tutto in "una bella ciambella". "Panettone solo se si era davvero ricchi", dice qualcuno sfregando il pollice con l’indice. Si metteva su un disco e si ballava, pomeriggio e sera. "Abbiamo consumato le scarpe a forza di ballare", ricorda qualcuno. I bimbi leggono una poesia, gli anziani distribuiscono pensierini preparati per l’occasione.

"Portiamo i bambini qui perché vogliamo offrire loro la possibilità di osservare contesti diversi da quelli a cui sono abituati, per aiutarli a capire che anche loro, con un gesto di solidarietà, possono dare un contributo concreto a chi ha più bisogno. Per sensibilizzarli all’attenzione verso gli altri, per dare una forma alle loro emozioni", conclude Zanasi. Le due generazioni a confronto si salutano, lasciandosi alle spalle una scia di sorrisi e occhi vivi.