Modena, 15 marzo 2024 – “Neppure in Libia sono stato trattato così. Mi hanno picchiato senza motivo: io non ho fatto nulla, volevo solo andare a lavorare". Sporgerà denuncia Diallo Idrissa, il 23enne della Guinea preso a pugni mercoledì in centro a Modena da un carabiniere mentre tentava di farlo entrare, con l’aiuto di un collega, nell’auto di servizio. La scena – una "scena da film americani" secondo Barbara Bettelli, legale dell’uomo – è stata ripresa da un passante e il video del pestaggio è divenuto virale sui social. I due carabinieri coinvolti sono stati per ora reimpiegati in altri incarichi, trasferiti in due diverse stazioni e il video è stato trasmesso dall’Arma alla Procura.
Idrissa, cos’è successo?
"Stavo aspettando l’autobus per andare a lavorare, alle 9 del mattino. Vivo in città ma ogni giorno raggiungo il ristorante dove lavoro come aiuto – cuoco a San Damaso. Sono arrivati i carabinieri, mi hanno chiesto i documenti poi mi hanno preso lo zaino per cercare se ci fosse il documento di identità all’interno. Gli ho detto che avevo lasciato i documenti a casa e di chiamare il mio amico, glieli avrebbe portati subito. Poi gli ho detto di farmi chiamare il mio datore di lavoro, che ha i miei documenti".
E i militari?
"Non mi hanno ascoltato, mi hanno preso subito a pugni per buttarmi dentro all’auto. Gli ho detto che non volevo entrare nell’auto perché non avevo fatto nulla: non avevo droga, stavo solo aspettando l’autobus per andare a lavorare".
Cosa le hanno risposto i militari quando ha spiegato loro che era in attesa dell’autobus?
"Niente, non mi hanno chiesto il nome e neppure dove stessi andando. Mi hanno buttato dentro all’auto, messo le manette e portato in ufficio. Non riuscivo a capire il motivo. Mi hanno picchiato anche in ufficio: mi hanno buttato a terra, mi hanno tolto i pantaloni e hanno continuato a picchiarmi. Io non ho fatto mai niente".
Spiegazioni?
"Mi hanno detto che era colpa mia. Ho replicato che mi avevano portato lì e picchiato senza motivo perché non avevo fatto niente. Poi mi hanno portato in tribunale per il processo".
Queste cose lei le ha dette al giudice?
"Sì, ho detto che mi hanno picchiato e che io non avevo fatto niente, volevo solo andare a lavorare. Poi mi hanno lasciato libero perché non ho fatto niente. La mia vita? Lavoro e basta, non vado neppure a ballare e non esco mai la sera".
Le era mai accaduta una cosa del genere?
"No mai. Ora farò denuncia perché io non ho fatto niente di male: sono stato picchiato senza motivo. Non ho mai fatto del male a nessuno".
Secondo lei a cosa è legata la loro reazione?
"Io non lo so. E pensi che sette anni fa ne ho passate tante, sono arrivato in Italia nel 2017, attraverso la rotta libica. Dopo essere sbarcato sulle coste siciliane, sono arrivato a Modena, da cui non mi sono più spostato. Paura come l’altra mattina non ne avevo mai avuta: pensavo mi uccidessero. Sono molto stanco, c’è il Ramadan e non mangio da due giorni. Cosa vorrei in futuro? Un ristorante tutto mio".
Colpita l’auto di servizio, i carabinieri: “Approfondiremo”
Il comando provinciale dei carabinieri ha diramato una nota ufficiale nella quale fornisce una versione dell’accaduto: “I Carabinieri del Radiomobile di Modena sono intervenuti in largo Garibaldi, dove un uomo di nazionalità imprecisata sostava nei pressi dell’ingresso del teatro Storchi con circospezione. L’uomo nell’occasione si è rifiutato di fornire le generalità e di esibire alcun documento, costringendo gli operanti ad accompagnarlo in caserma per le operazioni di fotosegnalamento e il conseguente arresto per resistenza a p.u. e danneggiamento. Nel corso dell’intervento, l’uomo ha infatti colpito ripetutamente l’autovettura di servizio. A seguito del rito direttissimo, con convalida dell’arresto, l’uomo è stato rimesso in libertà in attesa della successiva udienza. Alcune fasi del controllo, sono state parzialmente videoriprese da un cittadino e postate su social network. Il materiale multimediale è stato acquisito dai Carabinieri di Modena e trasmesso alla Procura della Repubblica per le valutazioni di competenza. Nelle more degli approfondimenti dell’intera vicenda, i due militari sono stati temporaneamente reimpiegati in altri incarichi”.